Frontalieri ancora in crescita: le polemiche oltre confine non frenano l'esodo

Verso quota 62mila, 27mila solo nel Varesotto

Sono sempre di più i frontalieri che lavorano in Ticino

Sono sempre di più i frontalieri che lavorano in Ticino

Lavena Ponte Tresa (Varese), 28 maggio 2015 - Aumenta ancora il numero di lavoratori frontalieri in Svizzera ma, per la prima volta dopo anni, il trend comunque positivo è leggermente inferiore rispetto al resto della Svizzera. A fotografare la tendenza è, come sempre, l’Istituto Elvetico di Statistica, che nel primo trimestre del 2015 ha censito 61.740 lavoratori impiegati nelle aziende ticinesi che non risiedono all’interno del Cantone, con un aumento dello 0,2% rispetto al dicembre scorso. Nello stesso periodo del 2014 l’aumento registrato era stato ben più alto, pari al +2,4%.

Nel resto della Svizzera, dove nei primi tre mesi del 2015 sono stati registrati 290.410 lavoratori frontalieri, per la maggior parte provenienti da Italia, Francia e Germania, l’aumento è del 1,3% su base trimestrale e del 2,8% rispetto all’anno scorso. Ben più che in Ticino, insomma. A dicembre, nel Cantone confinante, si era addirittura registrata una flessione di quasi mille lavoratori frontalieri (dal picco di 62.481 censiti a settembre a 61.593). La quasi totalità dei frontalieri attivi in Ticino provengono dall’Italia (61.557). Non mancano però anche francesi (55), tedeschi (41), spagnoli (20), inglesi (19) e rappresentanti di diverse altre nazionalità.Per quanto riguarda il sesso, passano ogni giorno il confine 37.676 uomini e 26.064 donne.

Non si tratta solo di varesini, in tutto circa 27mila, ma anche comaschi, quasi 25mila, e a larga distanza seguono gli abitanti della provincia di Sondrio. Non mancano casi di lavoratori che partono anche da molto più lontano, magari soggiornando durante la settimana in un minialloggio preso in affitto in Svizzera o lungo la fascia di confine, dove gli affitti sono nettamente più bassi. Secondo la legislazione elvetica infatti per usufruire del permesso G, la carta dei frontalieri, occorre mantenere la propria residenza in un altro Stato, dove è necessario trascorrere almeno una notte la settimana. Secondo l’Ufficio di Statistica gli aumenti percentuali più importanti sono stati registrati nel Canton Zurigo, mentre dal punto di vista della provenienza geografica è dalla Francia che si sono censiti più arrivi. La maggior parte dei frontalieri occupati in Svizzera sono lavoratori non qualificati. Al secondo posto vengono le professioni tecniche ed equivalenti e in seguito le professioni artigianali e affini. In Ticino i frontalieri sono presenti soprattutto nel settore secondario, fra gli addetti alle attività manifatturiere.