Frontalieri, in auto senza passeggeri: confine italo-svizzero nella morsa del traffico

Le abitudini dei frontalieri che oltrepassano quotidianamente il confine: 1.2 persone per veicolo, con ovvie conseguenze per il traffico a cavallo tra i due Paesi di Paolo Candeloro

Salario minimo in discussione: grande interesse sul confine

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Lavena Ponte Tresa, 23 ottobre 2014 -  Viaggi «in comune» per ridurre il traffico a cavallo della frontiera. È il traguardo al quale aspira il Dipartimento del Territorio del Canton Ticino, impegnato da diverse settimane nel sondaggio «face to face» rivolto ai frontalieri che entrano quotidianamente in Svizzera. L’inchiesta è stata predisposta con l’obiettivo di ottenere informazioni dettagliate riguardo alle abitudini di mobilità dei conducenti, in particolar modo dei lavoratori provenienti ogni giorno dal territorio italiano. I risultati dell’analisi condotta sinora hanno evidenziato in maniera eloquente le abitudini dei frontalieri che oltrepassano quotidianamente il confine: 1.2 persone per veicolo, con ovvie conseguenze per il traffico a cavallo tra i due Paesi. Il Dipartimento del Territorio ticinese vorrebbe quasi raddoppiare la presenza dei lavoratori in ogni singola automobile, portandola a quota 2.1, ma l’operazione non è certo delle più semplici. Alcune aziende starebbero pensando di diminuire i posti auto, anche se è presumibile che per arrivare a una riduzione di circa il 50% del transito veicolare ci vorrà parecchio tempo.

«Con l’aumento dei lavoratori frontalieri - sottolinea il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni -, zone come la nostra si trovano sempre più nella morsa del traffico. Condividiamo il lavoro del Dipartimento del Territorio ticinese, con il quale collaboriamo nella ricerca di misure che possano migliorare la situazione. Al di là di eventuali interventi infrastrutturali, di questi tempi anacronistici, ridurre l’utilizzo delle automobili affidandosi al car pooling o al trasporto pubblico mi sembra la soluzione ideale. Da parte nostra, organizzeremo alcune iniziative in favore della ferrovia Ponte Tresa-Lugano: proporremo ai frontalieri di lasciare la macchina in un parcheggio situato al di qua del confine per poi oltrepassare il valico a piedi e arrivare in stazione. Grazie alla collaborazione col Canton Ticino, la tariffa del posteggio non supererà l’euro al giorno». Tra i frontalieri, però, c’è chi considera il sondaggio curato dal Dipartimento del Territorio una sorta di schedatura dei lavoratori italiani. «Se così fosse - commenta Roncoroni -, lasceremmo immediatamente il tavolo al quale stiamo partecipando insieme alle istituzioni ticinesi. Al momento, però, nulla mi fa pensare che l’inchiesta abbia altri scopi se non quella di monitorare la situazione del traffico a cavallo del confine».