Ristorni fiscali dei frontalieri, la Svizzera minaccia di chiudere i rubinetti

Sul tavolo, i tempi lunghi per la conclusione dell’accordo fiscale con Berna in materia di segreto bancario e «black list», in assenza del quale potrebbe essere utilizzato il pugno duro. Si teme infatti che, come ritorsione, Berna punti a bloccare nuovamente i ristorni relativi al lavoro dei circa 60mila italiani impiegati in Svizzera di Paolo Candeloro

Dogana al confine tra Italia e Svizzera

Dogana al confine tra Italia e Svizzera

Lavena Ponte Tresa, 14 ottobre 2014 - Torna la tensione a ridosso del confine italo-svizzero. E i Comuni di frontiera tremano. Il futuro dei ristorni fiscali è stato infatti messo in dubbio dal ministro delle Finanze svizzero in persona, che a margine del summit del Fondo monetario internazionale ha strigliato l’omologo italiano, Pier Carlo Padoan. Lo ha rivelato la radio pubblica elvetica, che ha intervistato Eveline Widmer-Schlumpf. «Ho dovuto ricordare a Padoan - ha dichiarato l’esponente del governo di Berna - il numero dei ministri delle Finanze italiani con i quali ho parlato, dovendo rispondere sempre alle stesse domande: gli ho spiegato che questa è l’ultima volta, e che bisogna trovare una soluzione».

Sul tavolo, i tempi lunghi per la conclusione dell’accordo fiscale con Berna in materia di segreto bancario e «black list», in assenza del quale potrebbe essere utilizzato il pugno duro. Si teme infatti che, come ritorsione, Berna punti a bloccare nuovamente i ristorni relativi al lavoro dei circa 60mila italiani impiegati in Svizzera, eventualità che mette in allarme gli amministratori locali del Varesotto. «Questa posizione ci fa letteralmente rabbrividire - afferma infatti Pietro Roncoroni, sindaco di Lavena Ponte Tresa nonché presidente dell’associazione che riunisce i Comuni italiani di frontiera -. Ogniqualvolta si viene a creare un momento di “tensione” tra Roma e Berna, ecco puntualmente tirati in ballo i ristorni fiscali: i frontalieri sono continuamente utilizzati come specchietto per allodole nell’ambito di una querellle che non li riguarda affatto. Ad ogni modo, mi auguro che questa situazione si definisca presto: con l’impegno elvetico ad allentare il segreto bancario a partire dal 2017, l’Italia avrebbe a parer mio già dovuto provvedere a eliminare la Svizzera dalla “black list”. Speriamo che la questione si risolva in tempi rapidi e nelle sedi opportune».