I fratelli dell'Isis: nel pc video e inni alla Guerra santa

La jihad propagandata su internet. Al vaglio della Digos materiale informatico sequestrato a Brunello

Abderrahmane Khachia e il fratello "martire" Oussama

Abderrahmane Khachia e il fratello "martire" Oussama

Varese, 1 maggio 2016 - L'inchiesta del pool anti-terrorismo della Procura di Milano che ha portato all’arresto del 23enne di Brunello Abderrahmane Khachia e di altri presunti jihadisti ha dimostrato il ruolo del web come canale per l’indottrinamento e per mantenere i contatti tra persone che vivono in zone diverse della Lombardia. Per questo gli investigatori, Digos e Ros, stanno esaminando attentamente il computer del giovane e altro materiale informatico sequestrato nell’appartamento dove viveva assieme alla famiglia. Le indagini, infatti, vanno avanti e si stanno concentrando sulla rete di fiancheggiatori e su persone che potrebbero essere rimaste ancora nell’ombra, in grado di fornire supporto logistico per i viaggi degli aspiranti foreign fighters dall’Italia alla Siria.

Dalle intercettazioni è emerso il ruolo di WhatsApp come canale privilegiato per comunicare e scambiare informazioni. Mentre da siti internet venivano scaricati inni alla jihad, canzoni e video che propagandano l’estremismo e incitano al combattimento. Lo scorso 6 febbraio la Digos ha intercettato una conversazione tra Abderrahmane Khachia, fratello di Oussama, il 30enne "martire" in Siria, e Abderrahim Moutaharrik, l’amico kickboxer di Lecco, anche lui tra gli arrestati. "Ho scaricato un sacco di canzoni da un programma (...), sono riuscito a scaricare 99 canzoni", racconta il 23enne di Brunello. Poi i due ascoltano una canzone in auto. Mentre il 13 febbraio, a Varese, i due parlano, annota il gip di Milano nell’ordinanza di custodia cautelare a loro carico, "di molti video, visti da entrambi negli ultimi giorni, tutti aventi ad oggetto attività belliche e proclami dell’Is sullo sterminio degli infedeli". Materiale che viene scaricato da siti internet di riferimento per chi vuole avvicinarsi alla jihad.

Nell’ordinanza vengono indicati siti come Isdarat e Jihadology che "propagandano il terrorismo islamico". Il primo viene definito come un sito legato direttamente all’Islamic State. Mentre Jihadology è "un sito di informazione non riconducibile all’organizzazione terroristica ma che pubblica documenti aggiornati sullo Stato islamico". Per accedere basta una connessione internet e, con un clic, si possono guardare filmati che inneggiano alla jihad, proclami e articoli di "controinformazione". Con internet che si dimostra, ancora una volta, il mezzo più potente per l’indottrinamento, e anche il canale più difficile da controllare.