Fatture false per oltre 20 milioni di euro, nei guai aziende di Varese e Lecco

Un'operazione della Polizia Giudiziaria e Tributaria, condotta dalla Guardia di Finanza di Chivasso e coordinata dalla Procura della Repubblica di Ivrea, nel Torinese

Guardia di Finanza

I controlli della Finanza.

Varese, 27 maggio 2016 - Fatture false per oltre 20 milioni, 37 società coinvolte e 20 denunce. Ecco il bilancio di una operazione della Polizia Giudiziaria e Tributaria, condotta dalla Guardia di Finanza di Chivasso e coordinata dalla Procura della Repubblica di Ivrea, nel Torinese. Secondo le indagini i 20 denunciati sono responsabili di emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili e omessa presentazione delle previste dichiarazioni fiscali. In un caso, inoltre, il rappresentante legale di una delle imprese controllate è stato denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato per l'ottenimento di erogazioni pubbliche. Ad organizzare il giro di fatture false un uomo di 46 anni di Chivasso con interessi tra Italia e Svizzera, che aveva reclutato prestanome e aziende compiacenti in provincia di Torino, Vercelli e Cuneo e in Lombardia in quelle di Varese e Lecco.

Le frodi, risalenti al periodo dal 2010 al 2014, sono state rese possibili grazie all'opera di tre imprese attive nel Chivassese e a Torino, risultate vere e proprie "cartiere", cioè soggetti fiscali creati ad arte al solo fine di produrre fatture per operazioni inesistenti a favore di numerosissimi "clienti" che a loro volta se ne sono avvalse per frodare il Fisco in sede di dichiarazioni dei redditi.  Tre società fittizie, formalmente costituite per svolgere rispettivamente l'attività di assemblaggio di penne e rossetti, la fornitura di servizi informatici e la costruzione di edifici, hanno emesso false fatture nell'ambito di diversi settori commerciali che spaziavano dai lavori di cantieristica al noleggio e manutenzione di automezzi passando dalle campagne pubblicitarie e arrivando sino al commercio di strumenti per esami diagnostici. Gli ingenti bonifici ordinati dai clienti per saldare le false fatture venivano subito incassati.

Le Fiamme Gialle hanno contestato un imponibile sottratto a tassazione per circa 7 milioni di euro, l'Iva, complessivamente evasa, per circa oltre 5 milioni di euro e quantificati proventi illeciti ottenuti dal sodalizio criminoso per circa 500mila euro. I Finanzieri hanno inoltre proposto all'Autorità Giudiziaria il sequestro preventivo di beni nella disponibilità dei responsabili della frode per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.