Delitto Macchi: il comandante del Ris entra nel pool di esperti

Nominati nuovi periti. Si occuperanno degli accertamenti su eventuali tracce biologiche sui resti della ragazza

Lidia Macchi

Lidia Macchi

Varese, 25 maggio 2016 - Il comandante del Ris di Parma, tenente colonnello Giampietro Lago, entra nel pool di esperti che si stanno occupando delle analisi sulla salma, riesumata nelle scorse settimane, di Lidia Macchi, la studentessa di Varese uccisa con 29 coltellate nel gennaio 1987.

Il gip di Varese Anna Giorgetti ha nominato infatti tre nuovi periti, che affiancheranno l'anatomopatologa Cristina Cattaneo già incaricata il15 marzo, per esaminare eventuali tracce biologiche e confrontarle con il dna di Stefano Binda, arrestato lo scorso 15 gennaio con l'accusa di aver violentato e ucciso Lidia Macchi, o di altre persone. Oltre al comandante dei carabinieri del Ris, che in passato si è occupato tra le altre cose degli accertamenti sull'omicidio di Yara Gambirasio, sono stati nominati la genetista Elena Pilli e la tossicologa Marina Caligara, che dovrà accertare se la vittima fosse stata narcotizzata con farmaci o sostanze stupefacenti. Finora sono stati isolati dai resti della giovane, sepolta quasi trent'anni fa, unghie, peli, capelli e denti. Reperti sui quali, ora, si concentreranno le analisi del pool di periti.

Stefano Binda, intanto, resta in carcere. Il Tribunale del Riesame di Milano ha dichiarato inammissibile per “carenza di interesse” il ricorso presentato dai suoi difensori contro la proroga di tre mesi della custodia cautelare concessa dal gip Giorgetti su richiesta del sostituto procuratore generale di Milano Carmen Manfredda sulla base del pericolo di inquinamento probatorio. Nel provvedimento, i giudici del Riesame sottolineano che, anche se dovesse venir meno l'inquinamento probatorio, Binda resterebbe lo stesso in carcere sussistendo i pericoli di fuga e reiterazione del reato individuati dal gip. Ne consegue, secondo i giudici, che Binda "non ha un interesse alla proposizione del ricorso in quanto deve trattarsi di interesse consistente in un vantaggio immediato e concreto riconducibile alla liberazione o alla sostituzione con una misura cautelare meno gravosa".