Morti sospette in corsia e la commissione 'cieca': "Condannate i medici"

In aula le prime richieste del pm

Leonardo Cazzaniga e l’amante Laura Taroni

Leonardo Cazzaniga e l’amante Laura Taroni

Busto Arsizio (Varese), 20 febbraio 2018 - Una requisitoria durata circa cinque ore. Il pubblico ministero Maria Cristina Ria chiede la condanna di due dei cinque medici che facevano parte della commissione nominata nell’aprile 2013 da quella che era allora l’Azienda ospedaliera dell’ospedale di Circolo di Busto Arsizio per verificare l’operato di Leonardo Cazzaniga, medico anestesista e aiuto primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno: due anni e 8 mesi di reclusione e 344 euro di multa per Fabrizio Frattini, fino al 2014 direttore di anestesia e rianimazione a Saronno, e due anni con 200 euro di multa per Claudio Borgio, responsabile del Servizio infermieristico aziendale, entrambi indagati, come tutta la commissione, per favoreggiamento personale di Cazzaniga e omessa denuncia. È il primo filone dell’inchiesta “Angeli e demoni”, che vedeva contestati al medico quattro omicidi in corsia, compiuti, secondo l’accusa, con l’applicazione del “protocollo Cazzaniga”, farmaci somministrati in sovradosaggio e in rapida successione.

I decessi erano quelli di Angelo Lauria, Antonino Isgrò, Giuseppe Pancrazio Vergani, Luigia Lattuada. Frattini e Borgio hanno scelto il giudizio in abbreviato davanti al gup di Busto, Sara Cipolla. Gli altri membri della commissione hanno optato per il dibattimento. La commissione era stata costituita dopo le segnalazioni degli infermieri Radu Iliescu e Clelia Leto. Le conclusioni erano state che «le competenze e l’esperienza del dottor Cazzaniga» apparivano «fuori di discussione» e non emergevano un comportamento discordante dal «codice etico e deontologico professionale» o peggio «responsabilità dirette» nei casi letali esaminati.

Secondo il pm, al contrario, la somministrazione dei farmaci in estradosaggio poteva essere ricavata dalle cartelle cliniche. Impossibile, è la tesi dell’avvocato Gian Luigi Tizzoni, difensore di Frattini, perché i farmaci venivano diluiti nella flebo. Sul punto, se lo ritiene, il gup può disporre una perizia. Quanto all’incarico nella commissione, Frattini lo ha ricoperto con scrupolo, in base alle sue competenze e quindi va assolto. Per l’Azienda socio-sanitaria territoriale della Valle Olona l’avvocato Stefano Besani chiede un risarcimento di 100mila euro a testa. Il gup Cipolla annuncia le sue decisioni per venerdì.