Saronno, un'altalena fra amore e morte: Leonardo e Laura soli contro tutti

Gli investigatori: "L’omicidio come arma per risolvere i problemi"

L'arresto di Leonardo Cazzaniga

L'arresto di Leonardo Cazzaniga

Saronno (Varese), 10 dicembre 2016 - Un amore nato in corsia. Nascosto, poi svelato, tra le pieghe del quale avrebbe preso piede la volontà di «eliminare» chi gli si parava davanti, «utilizzando l’omicidio come arma per risolvere i problemi» come recitano gli atti giudiziari. Una dinamica complessa quella del rapporto tra Leonardo Cazzaniga, medico 60enne accusato di aver posto fine alla vita di quattro anziani pazienti in pronto soccorso a Saronno, e l’infermiera 40enne Laura Taroni, arrestata perché sospettata di aver avvelenato con farmaci suo marito, in collaborazione con il compagno. Difficile comprendere se uno dei due avesse prevalenza sulla volontà dell’altro, stando all’altalena emotiva e di intenti che si evince dalle carte. Da un lato una donna con un passato difficile, un rapporto burrascoso con la madre prima (secondo i racconti della stessa donna a più persone) e con il marito poi, descritto come un prevaricatore. Dall’altro un medico con un matrimonio naufragato alle spalle e la stima dei colleghi.

Al centro due bambini di otto e undici anni, oggi affidati a una struttura protetta, secondo gli inquirenti vittime di una quotidianità malsana fatta di calmanti e ragionamenti ben al di sopra della loro tenera età. La relazione tra i due arrestati sarebbe sbocciata nel 2011, e loro ne ricordano gli albori in una conversazione intercettata nel 2015. «E sono quattro anni amore mio, non cinque», precisa Cazzaniga a Taroni, che risponde «gira che ti rigira, poi nel 2012 abbiamo fatto la scelta». Secondo le testimonianze dei colleghi medici ed infermieri, fin dal principio, nonostante fossero entrambi coniugati, Leonardo e Laura non hanno mai fatto mistero del proprio legame. «Durante l’orario di lavoro, si scambiavano continue effusioni, esponendosi anche a rimproveri e richiami» si legge nelle carte relative alle testimonianze di loro colleghi.

La loro relazione è descritta dagli inquirenti come «un rapporto di coppia molto intenso e con evidenti caratteristiche di morbosità, ne è testimonianza chiara una conversazione telefonica nel corso della quale Taroni, con tono di voce serio e grave, dice al compagno di essere disposta ad uccidere i suoi stessi figli per lui, perché lui è l’uomo più importante del mondo». Tra loro spesso conversazioni che diventano un gioco, nel quale vengono nominati farmaci «allora ti preparo una pasta con il pesto stasera?» domanda Taroni a Cazzaniga, che le risponde «Va bene - ride - mi raccomando eh! Possibilmente senza Entumin!», e lei «Dai non dirlo». Il «pesto» viene nominato in un’altra parte delle carte, secondo gli inquirenti in riferimento ai farmaci somministrati al marito dell’infermiera. E, ancora, è insieme che parlano della «terapia» farmacologica utilizzata su uno dei due figli della donna, al quale vengono somministrate gocce e una pastiglia. Cazzaniga, intercettato, spiega al ragazzino cosa significhi essere assuefatto.