Saronno, morti sospette in ospedale: dal medico gesti cortesi e sfuriate con i malati

Choc per l'arresto del medico anestesista Leonardo Cazzaniga: i racconti di lavoratori e parenti dei degenti

Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni

Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni

Saronno, 30 novembre 2016 - Incredulità e sconcerto: le indagini dei carabinieri della compagnia di Saronno sulle morti sospette nel pronto soccorso del presidio di piazzale Borella hanno lasciato senza parole i saronnesi, dai degenti al personale. Quando ieri mattina alle 9 le pattuglie dei carabinieri hanno fatto irruzione nella palazzina amministrativa e al pronto soccorso sequestrando computer e registri personale, degenti, pazienti e familiari sono rimasti a guardare increduli. Qualcuno vedendo la mobilitazione ha pensato a qualche gesto estremo ma nessuno è arrivato a ipotizzare l’oggetto delle indagini. Quando intorno a mezzogiorno è arrivata l’auto dei militari con il medico anestesista Leonardo Cazzaniga e i nomi dei due arrestati sono diventati di dominio pubblico lo sconcerto è cresciuto. «È il medico che aveva curato mia mamma – ricorda una saronnese – era stato professionale ma anche simpatico. Non riesco a crederci che sia coinvolto in una vicenda così assurda».

Ma non mancano testimonianze diverse: lontano dai microfoni a parlare sono i soccorritori che dicono di aver assistito a vere e proprie sfuriate del medico davanti ai malati che si lamentavano troppo o che ritornavano di frequente in pronto soccorso. Un medico dai due volti, pare: professionale e affabile da un lato; decisamente più inquietante, iracondo e poco attento alle persone dall’altro, almeno secondo i racconti di chi ha lavorato al suo fianco. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Alessandro Fagioli: «Aspettiamo che si chiariscano i contorni della vicenda ma se qualcuno avesse pensato di poter scegliere della vita e della morte degli esseri umani sarebbe qualcosa davvero mostruoso». Scosso anche il mondo politico saronnese: Cazzaniga era stato candidato all’ultima tornata elettorale nella lista di Sel. Aveva ottenuto 7 voti: «Non lo conoscevo personalmente – spiega il candidato sindaco Marco Pozzi – l’avevamo avvicinato perché era persona molto stimata e conosciuta in ospedale. Abbiamo avuto alcuni incontri e tutto si era svolto tranquillamente. Nulla faceva pensare a fatti così gravi». Accanto all’incredulità cresce anche la preoccupazione per il futuro del presidio saronnese.