Accusa connazionali di appartenere all'Isis, arrestato giordano

L'uomo, titolare di un'attività di money transfer, avrebbe millantato contatti con organizzazioni terroristiche, anche con l'obiettivo di ottenere denaro e altri benefit

Finanza davanti al negozio del giordano arrestato

Finanza davanti al negozio del giordano arrestato

Varese, 24 gennaio 2017 - Calunnia e procurato allarme. E' questa l'accusa che pende su un giordano di 39 anni residente a Varese, titolare di un'attività di money transfer in città, che è stato arrestato dalla Guardia di finanza. Secondo le accuse avrebbe millantato contatti con organizzazioni terroristiche, anche con l'obiettivo di ottenere denaro e altri benefit. E' stato fermato stamani nell'ambito dell'operazione 'Fadi', coordinata dalla Procura di Varese.

Le indagini, condotte dai militari del Gruppo della Gdf di Varese e dal Nucleo di Polizia Tributaria di Varese sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Varese e della Procura Distrettuale di Milano, iniziano nel marzo 2016, quando l'uomo denuncia di essere in possesso di informazioni. In particolare denuncia di essere stato invitato da alcuni connazionali a recarsi dapprima in Egitto e, successivamente in Turchia, dove, presso un'abitazione in cui aveva notato guardie armate e bandiere dello Stato Islamico, aveva incontrato un "socio" di nazionalita' siriana. Quest'ultimo gli avrebbe richiesto la disponibilita' di ricevere, a Varese, dove e' titolare di un negozio di money transfer e call center, consistenti somme di denaro che, successivamente, avrebbe dovuto consegnare ad altri mediorientali in Europa. 

Le indagini, avviate dalla Procura della Repubblica di Varese e poi passate sotto la competenza della Procura Distrettuale di Milano, hanno permesso di svelare però una serie di incongruenze e contraddizioni. Attraverso l'esame delle posizioni Gps e delle reti wireless agganciate dai suoi cellulari, e dai messaggi su Whatsapp, è stato accertato che il giordano, non solo non si era recato in Turchia nel periodo indicato, ma aveva anche soggiornato nella citta' del Cairo (Egitto) per un numero di giorni inferiore rispetto a quelli narrati. Accertamenti bancari, hanno permesso, oltretutto, di comprendere la reale natura dei rapporti tra il denunciante ed i connazionali denunciati: questi, per comprare alcuni macchinari industriali, avevano bonificato 30mila euro al denunciante che se ne era impossessato illegittimamente, rifiutandosi di restituirli. Per questo era stato denunciato per truffa alle autorità israeliane che avevano emesso, nei suoi confronti, un mandato di cattura.

Tra le falsità raccontate dall'uomo, anche l'imminente arrivo in Italia di un terrorista, ricercato dalle autoritaà francesi, che doveva essere prelevato presso l'aeroporto di Malpensa ed accompagnato in Germania. Gli accertamenti hanno consentito ai finanzieri di riscontrare che, in realtà, il terrorista indicato risultava, già da qualche tempo, rimasto ucciso nel corso di un raid aereo statunitense sulla citta' di Sabrata (Libia). Da qui l'accusa anche di procurato allarme visto oltretutto che l'uomo aveva richiesto tutela per se' e per la propria famiglia, inducendo le Autorita', nel corso di una apposita riunione del Comitato Provinciale di Sicurezza Pubblica di Varese, a disporre misure di protezione e vigilanza in suo favore, poi congelate e successivamente sospese.