Piccolomo davanti al gup per la morte della moglie, "non c'è 'ne bis in idem'"

Respinta l'eccezione presentata dalla difesa. L'uomo è accusato di aver ucciso la donna simulando un incidente stradale

Giuseppe Piccolomo

Giuseppe Piccolomo

Varese, 15 settembre 2017 - "Non c'è 'ne bis in idem'". Il gup di Varese Anna Giorgetti ha respinto un'eccezione del difensore di Giuseppe Piccolomo, che sta già scontando l'ergastolo per aver ucciso e mozzato le mani alla pensionata di 82 anni Carla Molinari nel 2009 a Cocquio Trevisago, che si era appellato al principio giuridico del 'ne bis in idem' (una persona non può essere giudicata due volte per lo stesso reato) nell'udienza preliminare in cui l'uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per la morte nel 2003 della moglie Marisa Maldera.

La donna rimase carbonizzata nella propria auto a Caravate in un incidente stradale inscenato, secondo l'accusa, dall'allora marito. Il caso della morte della donna era stato chiuso undici anni fa con il patteggiamento di Piccolomo a un anno e quattro mesi per omicidio colposo, ma poi il sostituto pg di Milano Carmen Manfredda fece riaprire le indagini e, dopo una richiesta di archiviazione da parte della Procura di Varese, avocò il fascicolo. Il gup, quindi, ha respinto l'eccezione del difensore di Piccolomo, l'avvocato Stefano Bruno, che aveva chiesto il proscioglimento appellandosi al 'ne bis in idem'. E l'udienza preliminare prosegue, con la valutazione di altre eccezioni della difesa. Il giudice dovrà valutare se rinviare a giudizio il 'killer delle mani mozzate'.