Il Corvo, le vendette: battaglia tra medici a colpi di carte bollate

Ospedale di Varese, altro processo

Una sala operatoria

Una sala operatoria

Varese, 26 ottobre 2017 - Nella gara di competitività tra medici i colpi “bassi” non erano esclusi. A lanciare il primo allarme sulla tensione che imperava nel reparto di Cardiologia dell’ospedale di Circolo di Varese le lettere anonime del “Corvo” che portarono alla prima inchiesta. Ieri in aula è andato in scena il secondo round, quello del “Corvo bis”, con il processo all’ex primario Andrea Sala. L’uomo che ha guidato la Cardiochirurgia dell’ospedale di Circolo di Varese è comparso davanti ai giudici del tribunale di Varese per aver “mobbizzato” (secondo l’accusa) Vittorio Mantovani, medico nello stesso reparto.

E proprio Mantovani ascoltato subito in aula, ha ricostruito l’intera vicenda: «Mi ha tolto consulenze e interventi danneggiandomi». E da qui si è ripercorsa la vicenda sul Corvo tra le corsie del Circolo (il processo relativo al primo filone si è poi chiuso con un’assoluzione in seguito a un “pasticcio” sui capi d’accusa non suffragati dalle dovute querele di parte) che ha scoperchiato uno spaccato di competitività all’interno della Cardiologia. In seno a quella vicenda, che ha visto Mantovani “vittima” di due lettere anonime inviate, si scoprirà poi, da Giovanni Mariscalco (terzo medico dello stesso reparto coinvolto nella vicenda) ai familiari di una paziente sottoposta a due interventi chirurgici in Cardiologia e deceduta per colpa – così scriveva Mariscalco – di imperizia da parte di Mantovani. In realtà l’indagine aperta per omicidio colposo della paziente è poi stata archiviata: il decesso non era imputabile a colpa medica. E ieri il medico legale lo ha confermato in aula. Così come in aula sempre ieri gli inquirenti che hanno svolto le indagini hanno confermato che la ricerca di Mariscalco era stata viziata e non era dunque attendibile. Mantovani non ha commesso alcun errore. Secondo gli inquirenti Mariscalco aveva agito per vendetta dopo che Mantovani lo aveva accusato di aver falsato i risultati di una ricerca scientifica in collaborazione con una università svedese. In seno a questo scenario di poca serenità, dunque, si è inserita anche la denuncia di Mantovani nei confronti di Sala. Ora a processo c’è l’ex primario. Si torna in aula il due novembre per terminare un puzzle che sembra infinito, oltre che complicato.