Omicidio a Gerenzano, l’orrore della figlia quindicenne: "Aiutatemi, la mamma è morta"

Angelo Barberio, 42 anni, muratore, ha ucciso a coltellate la moglie, Francesca Le Pera, 39 anni. I due si stavano separando di Rosella Formenti

I carabinieri nell’appartamento dell’uxoricidio

I carabinieri nell’appartamento dell’uxoricidio

Gerenzano (Varese), 13 aprile 2015 - Una vecchia corte, le case di una volta, i fili della biancheria, i panni colorati stesi ad asciugare al sole, alcuni bambini giocano nel cortile inconsapevoli di quanto è accaduto poche ore prima in un’abitazione al secondo piano. I bimbi guardano con curiosità i Carabinieri che attraversano il cortile. Al secondo piano gli inquirenti fanno il loro lavoro, raccolgono elementi e testimonianze per capire che cosa è accaduto, per capire perché Angelo Barberio, 42 anni, muratore, ieri mattina ha ucciso a coltellate la moglie, Francesca Le Pera, 39 anni. Si stavano separando, la donna, che lavorava come cuoca, da qualche tempo era andata a vivere da sola, con il marito nella casa in via Quarto dei Mille, nel centro storico di Gerenzano, erano rimasti i due figli, una ragazza di 15 anni e un ragazzo di 19 anni.

Ieri, domenica, una mattina di festa, dunque una giornata in cui c’è più tempo da trascorrere in famiglia, con gli affetti più cari, proprio la ragazzina di 15 anni è stata messa a dura prova dal destino: a lei è toccato scoprire il cadavere della mamma, uccisa a coltellate da suo padre. Urlando ha chiamato i soccorsi e nel cortile di colpo è sceso il gelo della morte. I vicini di casa ieri raccontavano di non averli mai sentiti litigare, eppure la coppia stava vivendo un momento di profonda lacerazione e la donna già se n’era andata di casa. «Non abbiamo parole – ripetono alcuni inquilini – siamo increduli, nessuno poteva prevedere una tragedia simile». Invece è accaduto e due figli vivono una tragedia terribile, quella degli affetti familiari, i più preziosi, che ti proteggono, ti sostengono, spezzati. I bambini nel cortile continuano a giocare. Piange Sinba, il cane, allontanato dall’abitazione dove si è consumato il dramma: è chiuso in un recinto, si mette a scavare per fare una buca e tornare libero. Cerca i suoi padroni, guaisce, avverte che è successo qualcosa. Alla fine, un vicino di casa, impietosito dalla disperazione dell’animale si avvicina per tranquillizzarlo.