Mv Agusta, il crac si allontana, piano di rientro dei debiti in 5 anni

Varese, il tribunale ha approvato il concordato preventivo in continuità

La nuova Dragster 800 Rr presentata a Eicma

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Varese, 16 novembre 2017 - Mv Agusta, si allontana lo spettro del fallimento per l’azienda varesina leader nella produzione di motociclette. Ieri il tribunale di Varese ha approvato il piano di rientro dei debiti. Il decreto di omologa del concordato in continuità permette all’azienda, che aveva 50 milioni di euro di debiti, di pagare entro la fine dell’anno i creditori ultraprivilegiati, entro un anno i privilegiati ed entro quattro i chirografari (questi ultimi hanno ottenuto una percentuale di ricorso del 52%).

Mv Agusta aveva presentato la richiesta di concordato in continuità nel 2016, presentando un piano di ristrutturazione del debito decisamente sostanzioso. I creditori hanno accettato e l’udienza successiva è stata il preludio a un decreto che, uscito oggi, stabilisce in cinque anni il piano di rientro accettato dal Tribunale. L’alternativa, va detto, era il fallimento. Vi sarà anche una transazione fiscale, legata però a un altro procedimento. Il piano di ristrutturazione comprende una riduzione di costi molto forte, che ovviamente ha suscitato da tempo l’allarme dei sindacati. Si è tratta di un concordato classico, in cui i chirografari sono stati inserti tutti in una classe unica. Il procedimento è stato curato, per Mv Agusta, dall’avvocato Andrea Lanata e dal commercialista Sergio Caramella.

L’azienda ha di recente presentato i nuovi modelli all’Ecma. Ma ciò che conta di più per il territorio è che l’azienda motoristica di Varese possa continuare a lavorare. Nel 2016 la Fiom Cgil aveva reso noto che la produzione si era quasi fermata e che molti dipendenti erano in cassa integrazione. Un’azienda può anche morire di crescita. Questo è il motivo principale per cui Giovanni Castiglioni, presidente di Mv Agusta, ha deciso di chiedere il concordato preventivo in continuità, nonostante negli ultimi quattro anni l’azienda avesse più che triplicato il suo fatturato, passando da 30 a 100 milioni di euro. Una crescita imponente che ha aperto il mercato alla casa motociclistica varesina e al contempo dilatato i costi e i tempi d’incasso, creando così la crisi di liquidità che oggi ha quasi fermato la produzione.