Morti in corsia a Saronno, il pm: "Trent'anni all'infermiera"

Laura Taroni è accusata di aver ucciso il marito e la madre

Laura Taroni

Laura Taroni

Saronno (Varese), 7 febbraio 2018 - «Laura Taroni deve essere condannata a 30 anni reclusione per l’omicidio della madre Maria Rita Clerici e per quello del marito Massimo Guerra. Deve essere assolta per l’omicidio del suocero Luciano Guerra». Il pm Maria Cristina Ria termina così la sua requisitoria. È uno snodo importante dell’inchiesta «Angeli e demoni» che vede la Taroni, all’epoca infermiera al pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno, imputata dei tre omicidi in ambito familiare in concorso con l’amante Leonardo Cazzaniga, anestesista ed ex aiuto primario nello stesso reparto.

Cazzaniga è accusato anche di undici omicidi in corsia, provocati, secondo l’accusa, dalla somministrazione di morfina e sedativi per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione, applicando quello da lui stesso battezzato «protocollo Cazzaniga». Il medico ha scelto il processo in Corte d’Assise, mentre la Taroni viene giudicata in abbreviato davanti al gup del tribunale di Busto Arsizio, Sara Cipolla. L’omicidio di Maria Rita Clerici. Il più grave, secondo il pm, appesantito dalla premeditazione. Laura Taroni ha descritto il rapporto conflittuale con la madre che la maltrattava e non aveva mai smesso di umiliarla. Inoltre osteggiava la sua relazione con Cazzaniga. Secondo la versione di Laura, la madre muore il 4 gennaio 2014, dopo che Cazzaniga le ha praticato un’iniezione di fibrinolitico, un anticoagulante del sangue. Il pm Ria non crede all’iniezione e ritiene invece che qualche giorno prima del decesso la coppia abbia somministrato alla Clerici farmaci del «protocollo».

La morte di Massimo Guerra. Laura Taroni odiava il marito, da cui si sentiva vessata, fino a subire angherie sadomaso. Lo avrebbe debilitato progressivamente con i medicinali che gli somministrava in accordo con Cazzaniga, dopo avere indotto il coniuge a credere di soffrire di diabete. L’uomo muore in casa, a Lomazzo, il 30 giugno 2013. Per questo omicidio volontario il pm considera principale la tesi del dolo diretto (la Taroni voleva neutralizzare la libido del marito e provocarne il decesso) e in subordine quella del dolo eventuale. Per quanto riguarda la morte di Luciano Guerra, il suocero cessa di vivere il 20 ottobre 2013, mentre è ricoverato a Saronno. Non ci sono prove della colpevolezza di Laura Taroni, che entra nella camera dell’anziano mentre Cazzaniga ne esce. La richiesta è di assoluzione per non avere commesso il fatto.