Saronno, morti sospette in corsia: "Mio fratello descritto in modo assurdo"

A parlare è la sorella del marito di Laura Taroni. L'infermiera lo descrive come violento

Leonardo Cazzaniga (Newpresse)

Leonardo Cazzaniga (Newpresse)

Saronno (Varese), 13 dicembre 2016 - "Chi conosce mio fratello sa che la descrizione che ne è stata fatta è assurda". Sono le parole di G.G., sorella del marito di Laura Taroni, l'infermiera del pronto soccorso di Saronno, arrestata due settimane fa oggi con l'accusa di aver lentamente e mortalmente avvelenato con dei farmaci il padre dei suoi figli. Intercettata in colloqui con l'amante-medico Leonardo Cazzaniga, Laura Taroni descrive il marito come violento. "Non ci sono parole per esprimere ciò che si vive dall'altra parte della vicenda - ha dichiarato la donna - mio fratello è stato descritto in un modo davvero assurdo e chi lo conosce sa che non è vero nulla". I due figli di Laura Taroni e del suo defunto marito sono stati affidati ad una struttura protetta. Per loro si è mossa l'avvocato di Laura Taroni, Monica Alberti, che ha chiesto ed ottenuto l'oscuramento del profilo Facebook della sua assistita, sul quale erano presenti immagini dei suoi due bimbi di 9 e 11 anni.

"LA DOTTORESSA SI E' ADEGUATA" Maria Teresa Pennuto, medico legale dell'ospedale di Saronno, indagata per omessa denuncia e favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Busto Arsizio su morti sospette in corsia e che ha portato in carcere l'ex viceprimario Leonardo Cazzaniga e la sua compagna e infermiera Laura Taroni, "ha redatto la sua relazione seguendo le indicazioni dei medici della commissione con alta specializzazione in farmacologia, si è adeguata". Lo ha spiegato l'avvocato Cesare Cicorella, difensore del medico che oggi non è potuta presentarsi all'interrogatorio fissato dai pm per motivi di salute. Il legale, ritenendo "totalmente infondate" le accuse, ha aggiunto che la sua assistita "non conosceva lontanamente il dottor Cazzaniga, figuriamoci se un medico stimato, con una carriera trentennale, si poteva infilare in un ginepraio del genere". La dottoressa Pennuto ha partecipato, con altri medici indagati, ai lavori della commissione interna dell'ospedale di Saronno avviata in seguito alle segnalazione di due infermieri. Su questa vicenda il legale ha precisato "alla commissione fu presentata da un infermiere una segnalazione su un solo caso di morte sospetta, i lavori dei medici si allargarono poi su altri casi, segnale che la volontà fosse quella di fare chiarezza».

"E' AVVILITA COME PROFESSIONISTA E DONNA"" - Rispetto alla vicenda che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di quindici persone (tra cui i due arrestati), accusate a vario titolo di omessa denuncia, falso ideologico e favoreggiamento, l'avvocato Cicorella ha spiegato "se gli inquirenti avessero chiesto oggi alla dottoressa Pennuto di fare una consulenza, partendo dal presupposto che le accuse siano confermate, la sua relazione avrebbe potuto essere diversa". "Quando la mia assistita - ha proseguito - è stata sentita come persona informata sui fatti, non era ovviamente nella posizione di fare valutazioni come gli investigatori che da due anni stavano lavorando sulla vicenda". Agli atti degli inquirenti risulta un'intercettazione telefonica della dottoressa Pennuto che parlava con un amico e definisce Cazzaniga "quello del Pronto Soccorso che somministrava i farmaci in modo assurdo". Il suo legale ha evidenziato che "la telefonata è di due anni dopo i lavori della commissione, e va contestualizzata come uno sfogo di una persona ad un amico". Sull'opportunità di ripresentarsi dagli inquirenti, Cicorella ha chiarito "valuterò se sarà o meno opportuno che ciò avvenga a indagini chiuse o per lo meno dopo che avrò avuto modo di leggere tutti gli atti". Infine il difensore ha sottolineato "la dottoressa è avvilita come professionista e donna, affrontare un'accusa di favoreggiamento in omicidio non è facile".

INTERROGATO IL DOTTOR BORGIO - Si è svolto in Procura a Busto Arsizio l'interrogatorio di Claudio Borgio, responsabile del servizio infermieristico dell'ospedale di Saronno, tra i 15 indagati nell'inchiesta sulle morti sospette in corsia. Borgio, membro della commissione chiamata a fare luce sull'approccio terapeutico dell'ex viceprimario arrestato e che allora venne 'assolto' nonostante le perplessità sul suo operato, è arrivato in Procura per il faccia a faccia con il procuratore capo Gianluigi Fontana e con il pm Cristina Ria, accompagnato dal suo avvocato Paolo Della Sala.