Gallarate, nasce la luce intelligente: illuminerà strade e piazze di Roma

Il progetto innovativo dell’azienda Reverberi finanziato dalla Ue

Paolo Di Lecce, a.d della società

Paolo Di Lecce, a.d della società

Gallarate, 20 agosto 2017 - Illuminare le strade in base al traffico in tempo reale e alle condizioni meteo. Con tre obiettivi: ridurre le emissioni di anidride carbonica, tagliare i costi e migliorare la sicurezza di automobilisti, ciclisti e pedoni. La sfida tecnologica e ambientale di Reverberi Enetec, azienda emiliana con una sede a Desenzano del Garda (Brescia) e il centro di ricerca e sviluppo a Gallarate (Varese) che assorbe il 20 per cento dei dipendenti, parte da Roma. Sarà la zona Eur della capitale, infatti, a sperimentare la prima applicazione di Life-Diademe, un progetto innovativo, selezionato dall’Unione europea all’interno del piano Life che dal 1992 rappresenta lo strumento di finanziamento per chi investe in soluzioni concrete e innovative per l’ambiente e il clima.

La Reverberi– un fatturato che negli anni 2000 è cresciuto dai 2-3 milioni a 11,5 milioni – è stata scelta da Bruxelles come capofila italiana per l’ideazione e l’implementazione di un nuovo sistema per la regolamentazione dell’illuminazione stradale. «I punti luce – spiega Paolo Di Lecce, amministratore delegato della società nata negli anni ‘80 – vengono dotati di sensori che monitorano le condizioni di traffico, la luminosità e le condizioni meteo. Le informazioni sono raccolte in una unità centrale, nel quadro elettrico a bordo strada, dove gli algoritmi valutano le condizioni rilevate. Da queste analisi vengono definiti i livelli di intensità luminosa che devono essere erogati dai singoli punti luce: il sistema garantisce una regolazione diffusa, intelligente e real time, in funzione delle condizioni ambientali». La svolta tecnologica ideata e realizzata da Reverberi consente di erogare solo la luce che è necessaria in quel momento, senza sprechi.

Il progetto ha ricevuto dall’Unione europea un contributo economico del 60 per cento a fondo perduto e una scadenza: l’azienda ha meno di tre anni (il termine è il 25 maggio 2020) per concluderlo. «A Roma l’installazione partirà a fine anno. Richieste da altre città? Vedremo», risponde l’ad. Decisivi saranno I primi risultati raccolti nella capitale. La svolta, però, è intrapresa. Sono in fase di lavorazione gli impianti pilota di piccole e grandi dimensioni (tra i 100 e i 1.000 punti luce). E dai test preliminari effettuati sul campo e in laboratorio, si prevede che un impianto di grandi dimensioni (mille sensori) possa assicurare fino al 30 per cento di risparmio energetico. La stessa percentuale riguarderà anche il taglio di emissioni di CO2 e di costi di gestione.

«Questo progetto – sottolinea Di Lecce – richiede un grande sforzo da parte del team di ricerca e sviluppo. I benefici per l’ambiente non si fermano all’erogazione di luce: doteremo i lampioni dell’Eur di altri sensori per la rilevazione del rumore e dei valori inquinanti, assicurando una copertura capillare del territorio, maggiore rispetto alle centraline in funzione oggi, con una buona approssimazione dei valori».