Il delitto di Gerenzano "fu omicidio d’impeto": maxi sconto di pena in Appello

Angelo Barberio uccise la moglie Francesca Le Pera. Sconterà vent'anni di reclusione invece dei 30 del primo grado

Le forze dell'ordine sul luogo della tragedia

Le forze dell'ordine sul luogo della tragedia

Gerenzano (Varese), 18 gennaio 2017 - Da delitto premeditato a "omicidio d’impeto", commesso in un’esplosione improvvisa di violenza. L’esclusione dell’aggravante della premeditazione ha comportato uno sconto di pena di dieci anni di carcere per Angelo Barberio, il muratore originario della Calabria che la mattina del 12 aprile 2015, una domenica, uccise a coltellate la moglie Francesca Le Pera scagliandosi contro di lei nella casa in un cortile nel centro di Gerenzano, in via Quarto dei Mille, dove la coppia viveva assieme ai due figli.

Il gup di Busto Arsizio nell’ottobre 2016 l’aveva condannato a trent’anni di reclusione nel processo celebrato con rito abbreviato, che comporta lo sconto di un terzo della pena. Mercoledì la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha ridotto la pena a vent’anni, accogliendo la richiesta del difensore di Barberio, l’avvocato Cesare Badolato, che ha sostenuto l’ipotesi di un "raptus improvviso e inaspettato". L’imputato, presente in aula, si è limitato a chiedere "scusa" ai familiari della moglie. Poi è scoppiato in lacrime.

Ridotto a 390mila euro anche il risarcimento a favore delle parti civili, i genitori e i fratelli della vittima, assistiti dall’avvocato Giovanni Pignataro. Hanno sempre sostenuto l’ipotesi di un delitto premeditato, anche sulla base di un’intercettazione ambientale in carcere, nella quale Barberio avrebbe "ammesso di aver pianificato tutto". Dello stesso avviso il sostituto procuratore generale che aveva chiesto la conferma della condanna a 30 anni.

Il rapporto tra i coniugi da tempo era in crisi. La donna, 39 anni, aveva deciso di costruirsi una nuova vita, lasciando il marito e allacciando una relazione con un altro uomo. Una decisione che il muratore di 43 anni non aveva accettato. Quella mattina si è scagliato contro Francesca, insultandola. Ha afferrato un coltello e ha colpito la donna, mentre la figlia quindicenne dormiva nella sua stanza. L’altro figlio, invece, si trovava fuori casa. Dopo aver ucciso la moglie, l’uomo si è ferito con la stessa lama. Un’azione durata pochi istanti. Quando la figlia si è precipitata nella stanza la madre era riversa a terra, in una pozza di sangue, accanto al marito ferito. Fu la ragazza a chiamare i soccorsi, allertando una vicina di casa.

Barberio, trasportato in ospedale, fu arrestato dai carabinieri di Saronno. In primo grado il giudice aveva riconosciuto la premeditatazione: il muratore attirò in casa la moglie con l’obiettivo di ucciderla. Ma l’aggravante non ha retto nel processo d’appello. La Procura generale di Milano potrebbe impugnare la sentenza, portando il caso davanti alla Cassazione.