Clinica La Quiete, pista di due offerte per l’asta

La storica struttura sarà messa in vendita: base di nove milioni

I dipendenti  della Quiete davanti al tribunale di Varese

I dipendenti della Quiete davanti al tribunale di Varese

Varese, 27 marzo 2017 - Conto alla rovescia per la clinica La Quiete: mercoledì sarà il giorno della verità. Alle 11.30 verrà infatti bandita l’asta fallimentare che vede la storica clinica varesina in vendita per quasi nove milioni di euro. La struttura, che rientra nel fallimento Ansafin, dal 2009 vive una situazione di incertezza, culminata con lo sfratto ordinato nel dicembre scorso dal tribunale fallimentare di Varese. I lavoratori della struttura sono da quel momento in assemblea permanente: sono riusciti a rinviare l’esecuzione dello sfratto sino ad arrivare alla nuova asta. Fondamentale, per avere una possibilità, era infatti che la struttura restasse funzionante evitando così che Ats sospendesse le autorizzazioni sanitarie. Nessuno farebbe offerte per una scatola vuota: quello che dà valore all’investimento è infatti l’attività sanitaria che la struttura svolge. «Siamo arrivati sino qui - dicono i lavoratori - adesso siamo davanti al momento della verità».

Su eventuali offerte per l’acquisto della clinica mercoledì vige il massimo riserbo: è noto, però, che almeno due gruppi societari che operano sempre in ambito sanitario abbiano mostrato, nei mesi scorsi, un interessamento. «Fino a quando la vendita non sarà battuta restiamo in sospeso - dicono i dipendenti - se mercoledì l’asta dovesse andare deserta difficile immaginare un futuro qui. Noi - chiudono i lavoratori - certo non ci arrenderemo», ma lo sfratto dovrà a quel punto essere eseguito. Al fianco dei dipendenti si è schierata compatta la politica locale e non: uno schieramento assolutamente trasversale che ha visto Regione Lombardia in prima linea. Oggi, alle 10, a 48 ore dal D-day, in clinica si terrà un incontro a cui parteciperanno membri della commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione. Il consigliere regionale del Carroccio Emanuele Monti sottolinea come «questo sia un segnale importante. L’audizione non è certamente una passerella ma nasce dalla volontà di mettere la faccia ancora una volta per affrontare i problemi di una clinica attiva dal 1919 e che deve continuare a svolgere il suo fondamentale compito per la collettività». Monti sollecita il sindaco di Varese Davide Galimberti e il Comune ad «assumersi le responsabilità che gli competono».