Laveno Mombello: ex Ceramica lago, guai giudiziari per il sindaco e due assessori

Rischiano il processo per abuso d'ufficio. Secondo le accuese favorirono un'impresa privata provocando un danno di un milione e mezzo di euro per il Comune

Il plastico con il progetto di sviluppo urbanistico sull'area

Il plastico con il progetto di sviluppo urbanistico sull'area

Laveno Mombello (Varese), 23 settembre 2016 - Rischiano di finire a processo il sindaco di Laveno Mombello, Ercole Ielmini, gli assessori Paola Sabrina Bevilacqua ed Enrico Rodari e altre otto persone accusate di abuso d’ufficio in relazione al progetto di riqualificazione dell’area dove fino al 1979 venivano prodotte le ceramiche Richard Ginori, rimasta abbandonata per anni. Secondo le accuse avrebbero favorito il privato che si sta occupando del progetto di sviluppo urbanistico dell’area nel centro del paese, affacciata sul golfo del lago Maggiore, attraverso una delibera approvata il 22 dicembre 2009, che avrebbe provocato al Comune un danno quantificato dalla Procura in oltre un milione e mezzo di euro. Quando venne varato il provvedimento, Ielmini guidava un’amministrazione di centrosinistra, poi sconfitta alle elezioni da una coalizione di diverso colore politico, che ha candidato Graziella Giacon. Dopo cinque anni Ielmini è tornato sindaco e, ora, è arrivata la tegola giudiziaria.

Le indagini della Procura di Varese, coordinate dal pm Massimo Politi, sono partite da un’esposto presentato dall'opposizione, con Graziella Giacon che ha denunciato presunte irregolarità nell’operato del suo predecessore, esponente del Pd. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio di Ielmini e di altre 10 persone, tra cui i due assessori, un funzionario del Comune, un consigliere ed ex consiglieri comunali, che il 19 ottobre compariranno davanti al giudice per l'udienza preliminare. Il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio oppure prosciogliere gli imputati. "Ielmini e gli altri amministratori hanno sempre agito nel rispetto delle leggi", spiega il difensore del sindaco, l’avvocato di Busto Arsizio Giuseppe Candiani. "Le accuse sono infondate - prosegue - e ci difenderemo con serenità durante l’udienza preliminare, chiedendo il non luogo a procedere". Al centro dell’inchiesta una delibera che ha stabilito una variante al progetto urbanistico ex Ceramica lago (già approvato e convenzionato nel 2004 dalla precedente amministrazione) e una nuova convenzione, provocando un "ingiusto vantaggio patrimoniale alla società destinataria e beneficiaria" e, di conseguenza, un danno per le casse del Comune dovuto ai minori introiti. "Mentre il progetto di cui al primo contratto conteneva una serie di pattuizioni in favore del Comune - si legge nel capo d’imputazione - con la successiva variante tali pattuizioni venivano parzialmente modificate ad evidente svantaggio dell’ente pubblico e ad evidente beneficio della società privata" che ha acquisito l’area per realizzare appartamenti, residenze turistiche e negozi.

Il danno per il Comune viene così dettagliato dalla Procura: 888mila euro per "minori acquisizioni di immobili al patrimonio comunale", 474mila euro "in ragione dei minori oneri previsti in variante a carico del soggetto attuatore", 181mila euro per il "mancato introito per monetizzazioni dovute". Anni dopo il via libera alla variante, potrebbe aprirsi quindi un processo. Intanto i lavori sull’area sono stati in parte ultimati, mentre su una parte del terreno sono ancora in corso. "Praticamente la gran parte dei vantaggi economici stabiliti a favore del Comune di Laveno Mombello con la convenzione del 2004 - attacca Giacon - sono stati cancellati in un solo colpo. Sono sparite anche le 99 autorimesse interrate e l’uso gratuito della sala conferenze". La vicenda approderà in Consiglio comunale il 29 settembre: l’amministrazione sta valutando, infatti, l'opportunità di costituirsi parte civile, praticamente contro se stessa.