Castronno, volevano pagare con i bitcoin i 400 chili di droga sequestrati

Il retroscena dell’indagine delle Fiamme gialle di Como

Lo stupefacente sequestrato

Lo stupefacente sequestrato

Castronno, 17 gennaio 2018 - Un carico di marijuana da 400 chili, pagato 400mila euro, che sul mercato al dettaglio avrebbe reso 4 milioni di euro. Pagato in contanti, ma corteggiando la possibilità di iniziare a usare i bitcoin per rendere più invisibili queste transazioni. Il tir con la droga, proveniente dalla Spagna, è stato intercettato dal Nucleo Mobile della Guardia di finanza di Ponte Chiasso a Mozzate, per poi arrivare a perquisire un capannone di Castronno, dove è stato trovato metà del carico.

In carcere sono finiti un 36enne di Castelletto Ticino, un 35enne di Malnate, e uno spagnolo di 44 anni, che era alla guida del tir fermato a Mozzate, mentre al 70enne, proprietario del deposito di Castronno in cui stava avvenendo lo scambio, sono stati concessi i domiciliari. Questo rifornimento, a quanto ricostruito dagli inquirenti, è stato pagato in contanti, portando i soldi dall’Italia alla Spagna e tornado con la droga. Tuttavia in corso di indagine è emerso che alcune delle persone coinvolte, stavano iniziando a valutare la possibilità di utilizzare per i pagamenti, soprattutto se così ingenti, monete virtuali, con una serie di vantaggi.

Primo tra tutti l’impossibilità di tracciare le transazioni, ma anche l’azzeramento di rischio legato al trasporto di cifre esorbitanti di denaro contante, che possono sempre essere intercettate e sequestrate.

Gli arrestati, che erano monitorati già dal 2016, in esecuzione di accertamenti coordinati dal sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, hanno utilizzato una serie di accortezze per non incappare in eventuali attività d’indagine: ricorrevano a sistemi di comunicazione ritenuti sicuri e utilizzavano telefoni cellulari dedicati solo a questo genere di comunicazioni, e sostituiti ripetutamente. In occasione degli arresti, ne sono stati sequestrati 21, oltre a un’auto con doppiofondo trovata a casa del 36enne, e a 130mila euro in contanti.

La droga, una volta smistata agli acquirenti, sarebbe stata ulteriormente suddivisa in vendite da cinque o dieci chili, e da qui passata a un livello ancora inferiore, quello dedicato allo spaccio al minuto nelle province di Como, Milano, Varese, Bergamo e Bologna.