Malpensa, valigie piene di carne insanguinata: proteste dei lavoratori

Pezzi di animali macellati vengono trasportati illecitamente da passeggeri nordafricani. Chiesto un intervento delle autorità

Addetti allo scarico dei bagagli a Malpensa (Foto d'archivio)

Addetti allo scarico dei bagagli a Malpensa (Foto d'archivio)

Malpensa, 10 ottobre 2016 - Odori nauseabondi e perdite di sangue da valigie piene di carne che viene importata illecitamente in Italia attraverso l’aeroporto di Malpensa. A denunciare il fenomeno è il sindacato di base Cub, sulla base di decine di segnalazioni arrivate da lavoratori che si occupano dello scarico dei bagagli stivati sugli aerei in arrivo e ora chiedono un intervento da parte delle autorità. 

La carne viene importata sfruttando falle nei controlli da Paesi del Nordafrica - principalmente Tunisia, Egitto e Marocco - nascosta nei bagagli di passeggeri che, una volta in Italia, la rivendono o la utilizzano per consumo personale. Spesso si tratta di carne macellata secondo il metodo islamico, recidendo i grandi vasi del collo, a volte agnelli o capretti interi, chiusi all’interno di trolley, impregnati di sangue. A trasportarla sono, nella maggior parte dei casi, nordafricani che vivono in Italia, di ritorno da soggiorni nei loro Paesi d’origine. È vietato, però, il trasporto di alimenti nei bagagli da stiva.

"I lavoratori addetti alla fase di apertura delle stive degli aeromobili e dello sbarco dei bagagli - spiega Renzo Canavesi, responsabile Cub Trasporti - si trovano in presenza di puzza nauseante a valigie impregnate di sangue con relative chiazze della stessa materia organica sulla pavimentazione della stiva. Si ricordano anche casi di vermi - prosegue Canavesi - che hanno reso necessaria una disinfestazione dell’aereo". I lavoratori hanno rivolto quindi un appello a Sea, Enac, Sanità aerea, Veterinario aeroportuale, Agenzia doganale e compagnie aeree, chiedendo un rapido intervento. Secondo Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, però, "il problema parte a monte", dai controlli negli scali nordafricani.