Pestate in strada senza motivo: "Mia sorella in fin di vita, adesso dovete condannarlo"

Busto, Wilma ricorda: non abbiamo fatto nulla

Wilma Calmosi, 67 anni

Wilma Calmosi, 67 anni

Busto Arsizio, 18 novembre 2017 -«Lei è in quel letto di ospedale, ora preghiamo perché si svegli». La voce rotta, il tono incredulo. Emanuele Di Natale è il cognato di Argia Calmosi, 84 anni, aggredita senza motivo e rimasta in fin di vita sul selciato di una strada del centro di Busto Arsizio. A colpirla, mentre era a passeggio con la sorella, un 29enne senza fissa dimora. Probabilmente ubriaco. E quell’episodio è rimasto stampato nella memoria di Wilma, più giovane dell’altra di 16 anni, che dallo stesso uomo ha rimediato un pugno un’ora e mezza prima. «Mia moglie ha bisogno di riposare, quello che è accaduto a lei e mia cognata è assurdo», dice Emanuele. È lui a prendersi cura della moglie, che fortunatamente se l’è cavata “solo” con una contusione alla spalla, e della stessa cognata, ricoverata a Niguarda dopo aver subito un serio intervento alla testa per ridurre l’ematoma.  «L'hanno presa per i capelli, operata d’urgenza, altrimenti oggi non sarebbe qui», ha aggiunto. Tre fratture al cranio e un’emorragia cerebrale, sono il bilancio del dramma. Wilma, con difficoltà, racconta cos’è accaduto. La solita passeggiata pomeridiana in centro, che si ripeteva tre volte la settimana. Una fermata in chiesa, una sosta al negozietto “tutto a un euro”, che abitualmente frequentavano. «Ieri erano uscite anche per iniziare a pensare agli acquisti di Natale», dice ancora il parente. Il caso ha voluto che in corso Europa, alle 17.30, si trovassero davanti P. C., 29 anni, rumeno con vari precedenti sulle spalle. Forse ubriaco, certamente crudele, senza motivo il giovane ha sferrato un pugno alla spalla di Wilma. La donna ha urlato, richiamando l’attenzione di alcuni passanti, mentre l’aggressore scappava. Basita per il colpo, la donna si è detta che «non era nulla di grave» e, insieme ad Argia e un’altra amica incontrata di lì a poco, ha proseguito la camminata. Poco più tardi, lo stesso uomo si è ripresentato in via Sella. «È arrivato mentre stavamo attraversando la strada sulle strisce e l’ha spinta», dice Wilma. Poi, «l’ha trascinata a bordo strada ed è fuggito».

È stata la polizia ad arrestarlo con l’accusa di tentato omicidio, solo mezz’ora dopo. Cacciato da Como con un foglio di via, accusato di un furto a Lecco e con vari precedenti per rissa a Bologna, Caldaran, secondo gli agenti, era appena arrivato nel Varesotto. Non aveva casa. «Gente del genere non dovrebbe essere su questa terra – concludono i coniugi – ci sarà un processo e sono sicuro che lo condanneranno». Wilma, sempre al capezzale della sorella, è ancora sotto choc per l’accaduto. «Ho paura, ci vorrà un po’ di tempo perché mi riprenda», ha sussurrato, prima di andare a riposare.