Milano, 18 giugno 2014 - Nessuno si sbilancia nei paesi attorno all’aeroporto della brughiera sullo scenario che potrebbe aprirsi nel territorio dopo la bocciatura dell’ipotesi di accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil, Flai e Ugl con Sea in vista della chiusura di Sea Handling e dell’avio della newco Airport Handling. Una bocciatura arrivata dal 61% degli addetti di Sea Handling chiamati a pronunciarsi sul risultato ottenuto dai sindacati al tavolo della trattativa. «I posti di lavoro erano assicurati – ribadiscono i sindacati – ed era il miglior risultato possibile considerando che la trattativa è stata molto difficile». Dopo l’esito del referendum adesso ci si interroga su quale sarà il futuro dei lavoratori, una situazione che preoccupa in primis i sindaci dei Comuni dell’area di Malpensa, dove risiede una buona parte dei dipendenti aeroportuali.

«Uno scenario preoccupante – dice Mauro Cerutti, sindaco di Ferno – c’è la vicenda Etihad-Alitalia con le sue ricadute su Malpensa ancora non chiare, ora c’è anche il caso Sea Handling: il timore è che si perdano nel nostro territorio altri posti di lavoro, l’auspicio è che si riesca a ricucire i cocci in una situazione che rischia di diventare drammatica». Sea Handling e accordo Alitalia-Etihad sono due situazione tuttora in divenire che non lasciano tranquille centinaia di famiglie. Sullo sfonndo il rischio che una «fabbrica di lavoro» come Malpensa non sia più in grando di garantire quell’occupazione fondamentale per quest’area.

Il Cda di Sea intanto, preso atto dell’esito negativo del referendum indetto dalle organizzazioni sndacali, ha fatto sapere che ha comunicato «all’Agenzia regionale per l’istruzione, la formazione e il lavoro, la conclusione con esito negativo delle trattative tra azienda e sindacato e la conseguente necessità di proseguire con la procedura di licenziamento collettivo prevista dalla legge». Partono dunque le lettere di licenziamento, Sea Handling chiuderà il 30 giugno e il primo luglio parte la newco, Airport Handling, che nasce tenendo conto delle indicazioni arrivate dalla Ue e che se non fosse stata bocciata l’ipotesi di accordo avrebbe riassunto 1700 addetti di Sea Handling. Nessuno si sbilancia sul futuro, la situazione è davvero complicata, per i lavoratori e per il sindacato.

«Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per trovare una soluzione positiva per tutti i lavoratori - dice Antonio Ciraci, segretario generale della Filt Cgil di Varese. Ma il percorso è in salita. Anche la politica segue con preoccupazione la vicenda». In una nota la delegazione lombarda dei deputati Pd scrive: «Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori, di Sea Handling e di Malpensa dopo che il referendum ha bocciato l’accordo tra sindacati e società. Serve ritrovare il cammino già intrapreso nello spirito di un accordo che abbia come obiettivo “zero esuberi”. Occorre riprendere il filo del dialogo». E il clima è teso tra i lavoratori, divisi tra chi riteneva quel documento un buon risultato per salvare i posti e chi invece ha deciso di rispondere a muso duro bocciando l’ipotesi di accordo.