Varese, 1 giugno 2014 - Pattuglie miste e servizi di scorta oltre frontiera. Se qualcuno d’ora in avanti vedrà qualche poliziotto svizzero in divisa nei Comuni di confine italiani, o viceversa qualche agente della polizia di Stato o un carabiniere o un finanziere in Ticino, non dovrà meravigliarsi. La Svizzera e l’Italia hanno infatti firmato un nuovo accordo che rafforza la cooperazione tra i corpi di polizia sostituendo l’intesa in vigore che risale al 1998 (anche se per ora l’accordo è stato siglato solo dal Consiglio federale, il governo svizzero, e quindi deve ancora superare lo scoglio parlamentare). Il tutto è iniziato in ottobre, quando il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e la consigliera federale svizzera, Simonetta Sommaruga, a Roma hanno firmato il nuovo testo dell’importante intesa.

L'obiettivo è quello di rendere più efficace la lotta contro la criminalità transfrontaliera. L’intesa, in particolare, agevola lo scambio d’informazioni, il coordinamento di misure congiunte e il distaccamento di unità d’intervento, consentendo a quest’ultime di partecipare a operazioni condotte dagli agenti attivi dall’altra parte del confine. Non solo, Svizzera e Italia avranno pure la possibilità di formare pattuglie miste e di svolgere servizi di scorta oltre frontiera.

L’intesa è solo l’ultima mossa in fatto di controllo della frontiera fra Italia e Canton Ticino, un’area sempre più calda sia per il cosiddetto pendolarismo criminale sia per quanto riguarda la tratta di uomini che, clandestinamente, cercano di superare il confine: da inizio anno le guardie di confine svizzere hanno individuato poco meno di cinquanta passatori e 500 clandestini nel solo Canton Ticino a cui si vanno ad aggiungere i numeri della Guardia di Finanza operante nei valichi - da qualche mese tutti presidiati giorno e notte da un sistema di videosorveglianza che invia le immagini raccolte a tra caserme della Guardia di finanza - e nei retrovalichi italiani.

Qualche giorno fa le guardie di confine ticinesi a Stabio e Ponte Tresa hanno così individuato a un quarto d’ora di distanza l’uno dall’altro due furgoni con targhe svizzere guidati da due eritrei domiciliati in Svizzera: oltre a due connazionali seduti accanto agli autisti, ritenuti anch’essi dei passatori, sui mezzi erano stipati 26 eritrei, 14 su un furgone e 12 sull’altro. «Rafforzare la cooperazione in tema di sicurezza è certamente uno strumento utile - spiega Gunnar Vincenzi, sindaco di Cantello, nel cui territorio si trova il valido di Gaggiolo -. Accordi di collaborazione tra Comuni varesini e ticinesi, anche grazie alla Regio Insubrica, esistono già ma potenziarli va certamente nella giusta direzione sia per noi che per il Ticino, particolarmente sensibile da questo punto di vista». Confini più sicuri, dunque, e divise italo-svizzere in azione transfrontaliera.

di R.V.