Malpensa, 31 maggio 2014 - Terza pista: l’«incubo» di comitati e ambientalisti rispunta nella bozza del piano nazionale degli aeroporti in fase di elaborazione al Ministero dei Trasporti. Un piano atteso da tempo che dovrebbe definire con chiarezza i ruoli dei numerosi scali presenti sul territorio italiano e insomma mettere un po’ di ordine. Nel documento che però è ancora allo studio, sono previsti interventi di ampliamento per Fiumicino, Malpensa e Venezia.

E per lo scalo della brughiera, che in queste settimane è tornato a funzionare ai ritmi del 2007, prima del dehubbing, grazie al temporaneo trasferimento dei voli da Orio al Serio, rispunta appunto la terza pista, nell’ambito di un ampliamento di terminal e piazzali e appunto una terza pista parallela con relativo sistema di rullaggio, progetto contro cui hanno espresso parere negativo comitati e associazioni ambientaliste ma anche alcuni sindaci che in più occasioni hanno ribadito che le scelte riguardanti Malpensa devono essere condivise e non sempre calate dall’alto. E per l’aeroporto lo sviluppo deve essere compatibile con l’ambiente.

«Non fa certo piacere – dice Beppe Balzarini, portavoce di Unicomal (unione dei comitati antihub lombardi) – scoprire che la terza pista per Malpensa rispunta nel piano nazionale degli aeroporti. Vuol dire che non si conosce il territorio di Malpensa, i problemi causati da questo aeroporto e si insiste proponendo uno scenario che per questo territorio davvero è insostenibile. Non c’è spazio per la terza pista». «Abbiamo visto che cosa ha prodotto l’aeroporto da quando è stato aperto, il 25 ottobre 1998 ad oggi. Quale sviluppo? Quale occupazione? Negli ultimi anni il traffico è continuato a diminuire, si sono persi posti di lavoro, allora basta con la “favola” di Malpensa: l’aeroporto è bocciato dal mercato».

Preoccupazione e sorpresa esprime Walter Girardi, consulente ambientale e portavoce dell’Associazione Viva Via Gaggio, sodalizio che negli ultimi anni ha promosso importanti iniziative per sensibilizzare i cittadini sul problema «terza pista». «Non se ne parla proprio – dice Girardi – la terza pista non serve, porterebbe solo danno ambientale alla brughiera, che è un patrimonio da salvaguardare. Con noi sono oltre 3 mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione promossa dai comitati per dire no all’ampliamento. Firme che abbiamo di recente inviato al Ministero dell’Ambiente. Il territorio ha dunque inviato un messaggio chiaro, bocciando il progetto della terza pista».

Con la bella stagione l’Associazione Viva Via Gaggio in collaborazione con altre realtà sta mettendo a punto il calendario di eventi e iniziative che saranno proposti nei prossimi mesi, temi il «problema Malpensa» e la salvaguardia dell’habitat della brughiera, al centro l’altro giorno di un’audizione in Regione cui Viva Via Gaggio ha partecipato ribadendo la sua contrarietà allo sviluppo dello scalo e alla terza pista e chiedendo per la brughiera il riconoscimento come Sic (sito di interesse comunitario).

Il primo appuntamento è per domenica 8 giugno: nel pomeriggio Park food, aperitivi e degustazioni lungo Via Gaggio. Lungo il percorso alcuni volontari illustreranno le caratteristiche di questa fascia di brughiera minacciata dalla terza pista che rischia di rendere un borgo fantasma la bella frazione di Tornavento, nel comune di Lonate Pozzolo. L’area di via Gaggio negli ultimi anni, grazie alla mobilitazione dell’Associazione, è stata scoperta da migliaia di persone che la frequentano oggi per passeggiate o giri in bicicletta, apprezzandone la bellezza.