Saronno (Varese), 25 aprile 2014 - Pur di scappare dai carabinieri non ha esitato a togliersi i jeans, rimasti impigliati in una recinzione, finendo per correre in mutande per la Cassina Ferrara, almeno fino a quando i militari non l’hanno raggiunta e fatta rivestire. È successo l’altra mattina quando la ragazza, una 17enne, ha scavalcato la recinzione di una palazzina con due complici pronti a ripulire l’appartamento al pian terreno. Per prima cosa il trio si è dedicato all’allarme: hanno staccato la sirena e il pannello di controllo e li hanno messi in secchi pieni d’acqua.

A questo punto hanno forzato, danneggiandola, la tapparella della cucina e rompendo la finestra sono entrati nell’appartamento. L’abitazione è stata letteralmente passata al setaccio: il trio ha preso tutto quello che aveva un valore. Due iPhone, due joystick della console Playstation, alcuni giochi del videogame, gioielli, bigiotteria e persino alcune banconote di valuta malese, canadese e keniota portate come ricordo dalle vacanze. A un tratto, però, si sono accorti dell’arrivo dei carabinieri: una pattuglia era infatti accorsa sul posto in seguito alla chiamata di alcuni passanti che avevano notato, intorno alle 9.30, la presenza dei ragazzi nel giardino della palazzina. Gli intrusi sono corsi fuori dall’appartamento e, scavalcando diversi cancelli, hanno cercato di dileguarsi. Proprio in questa fase la 17enne è rimasta impigliata con i jeans in una recinzione: non riuscendo a dileguarsi, nonostante una leggera abrasione all’addome, si è sfilata i jeans e ha continuato a correre.

Dopo circa mezzo chilometro di corsa a perdifiato, i militari sono riusciti a raggiungere la giovane e il complice 19enne mentre il terzo intruso è riuscito a dileguarsi. Portati al comando di via Manzoni i due, accusati di furto aggravato per i danni provocati nell’appartamento, hanno fornito false generalità ma sono stati subito mascherati dai militari. Entrambi erano già stati fermati in passato, la ragazza sempre per un furto, e quindi le impronte digitali erano in archivio con l’identità. I due giovani risultano residenti al campo nomadi di Baranzate.