Sumirago (Varese), 9 marzo 2014 - Una cerimonia sommessa. Rese ancora più mesta, se possibile, dal pensiero rivolto a chi, ancora, non può trovare nemmeno la pace eterna. Le spoglie di Maurizia Castiglioni, la compagna di Vittorio Missoni, morta dopo l’inabissamento dell’aereo su cui volava insieme all’erede della dinastia di stilisti sumiraghesi e due amici bresciani, sono tornati in Italia per essere seppelliti nel cimitero di Busto Arsizio. Nessuna nuova, invece, sulla possibilità di un rientro della salma di Vittorio Missoni. Manca ancora il riconoscimento ufficiale, sulla base dei resti repertati dalle autorità venezuelane all’interno del relitto del bimotore Norman, rinvenuto nello scorso ottobre in acqua. E, a questo punto, pare difficile che la triste operazione possa andare in porto. Il materiale biologico raccolto, infatti, potrebbe essere compromesso a un punto tale da rendere impossibile ogni esame che ne attesti l’identità. I familiari di Vittorio, però, non si arrendono.

Chiusi nel silenzio, come sempre è stato in questi dolorosissimi mesi segnati anche dalla tragedia della morte del patriarca Ottavio, continuano a sperare di poter dare un ultimo saluto dignitoso all’amatissimo congiunto, manager stimato dai colleghi nel campo della modo e da tutti i dipendenti dello stabilimento sumiraghese. L’ultimo segnale pubblico risale a una nota diffusa all’inizio di questo gennaio, in coincidenza con l’anniversario della scomparsa del bimotore.

«Precisiamo - scrissero in un comunicato elaborato con i familiari di Guido Foresti ed Edda Scalvenzi, l’altra coppia a bordo dell’aereo - che le analisi di laboratorio effettuate sui reperti biologici rinvenuti durante le prime ricerche subacquee effettuate nella settimana del 15 ottobre scorso e quelli ritrovati durante il recupero di parte della carlinga del relitto avvenuto il 25 novembre scorso al largo di Los Roques, hanno portato unicamente al riconoscimento di Maurizia Castiglioni e dei piloti venezuelani Hernan Jose Marchan e Juan Carlos Ferrer Milano.

Non sono stati rinvenuti reperti biologici che abbiano portato all’identificazione di Vittorio Missoni, Guido Foresti ed Elda Scalvenzi». Al contrario i resti di Manuela Castiglioni, l’unica a essere riconosciuta ufficialmente insieme ai due piloti venezulani del velivolo che scomparve dai radar il 4 gennaio del 2013 mentre attraversava i cieli sopra l’oceano Atlantico al largo di Los Roques, sono stati tumulati con una cerimonia privata nel cimitero di Busto Arsizio, alla quale hanno partecipato solo i parenti più stretti. Riposerà a fianco del padre.

Nemmeno si può parlare di funerale: a quanto pare è stato «solo» un commosso momento di raccoglimento, partecipato da quanti l’hanno tenuta nel cuore nei terribili mesi di «buio», sul fronte delle notizie dal Venezuela. A quanto sembra la salma di Maurizia è stata cremata in Venezuela. Le ceneri, poi, sono state depositate in urna inviata per via aerea in Italia. Dopo lo sbarco a Malpensa, il trasferimento finale per l’addio al cimitero bustocco. Adesso la speranza per tutta Sumirago, il paese che ha offerto la sua silenziosa solidarietà ai Missoni, quasi proteggendoli dagli «assalti» del mondo esterno, è che presto o tardi possa arrivare in Italia anche un’urna con le spoglie di Vittorio. «Tutto il paese - dicono dall’amministrazione comunale - ha vissuto con molta partecipazione il dolore della famiglia Missoni. L’augurio ora è identificare i resti di Vittorio, dando finalmente una certezza che permetta a tutti l’elaborazione del lutto».

di R.V.