Varese, 12 ottobre 2013 - Sono arrabbiati i sindaci dell’area di Malpensa: la decisione della Regione Lombardia di stralciare dal bilancio 2013 la «tassa sul rumore», l’Iresa, ovvero l’imposta regionale sulle emissioni sonore aeroportuali, è davvero per loro una brutta sorpresa. Dure le parole di Guido Colombo, sindaco di Somma Lombardo. «È una cosa scandalosa - va all’attacco - non possiamo accettare questa decisione. Come sindaci ci faremo sentire. Non possiamo accettare che il nostro territorio sia penalizzato ancora una volta. Siamo pronti a gridare con forza il nostro dissenso perché, anziché cercare di capire e risolvere i problemi del territorio, si preferisce a livello politico non penalizzare le compagnie aeree».

Secondo i calcoli, dal 2001 al 2013 si sarebbero persi 20 milioni di euro, soldi che avevano quale destinazione le opere di mitigazione ambientale necessarie per ridurre i disagi dovuti ai sorvoli dei jet. Soldi che non sono mai arrivati perché, di fatto, non sono mai stati incassati.

Di «beffa, l’ennesima per il nostro territorio», parla il sindaco di Arsago Seprio Claudio Montagnoli. «Una beffa, il nostro territorio ha pagato in questi anni e tanto per i disagi – dice - ma nulla ci è stato riconosciuto. Adesso ci troviamo di fronte a questa decisione della Regione che riguarda lo stralcio dell’Iresa. Che cosa devo dire, siamo “cornuti e mazziati”, così ci sentiamo come amministratori in questa territorio costretto a convivere con Malpensa, un aeroporto che per ora ha fallito gli obiettivi che si era prefissato e ha portato a noi solo problemi e disagi».

Amarezza è espressa anche dal sindaco di Ferno Mauro Cerutti. «Continuano a chiedere sacrifici agli enti locali - afferma il primo cittadino - noi come Comuni dobbiamo garantire servizi all’aeroporto, poi però i soldi non arrivano o arrivano solo in parte e in ritardo. Pensiamo all’addizionale comunale sui diritti di imbarco. E adesso con l’Iresa stralciata dal bilancio siamo alla presa in giro. Non conta niente la salute dei cittadini costretti a convivere con i disagi portati dallo scalo. E non c’è nessuna mitigazione. È terrificante». I sindaci, quindi, non riescono a farsi una ragione della decisione del Pirellone. Nei prossimi giorni potrebbero studiare una richiesta da sottoporre al governatore Maroni e la sua giunta per ottenere una compensazione.

C’è un fronte però sul quale dopo tanto immobilismo qualcosa si muove: si tratta delle aree delocalizzate. E a muoversi è la Regione Lombardia che ha messo a disposizione otto milioni di euro, quattro dei quali da utilizzare subito, per demolire le case abbandonate. Un primo passo, importante, verso la soluzione di un problema nei confronti del quale i sindaci dei tre comuni interessati dalla delocalizzazione - Somma Lombardo, Ferno e Lonate Pozzolo - sollecitavano attenzione. Adesso, dopo la visita la scorsa settimana dell’assessore regionale all’Urbanistica Viviana Beccalossi, qualcosa al Pirellone comincia a muoversi.