Gemonio, 4 ottobbre 2013 - "Io a questo festival nazionale dell’ipocrisia non ci sto!”. Con queste parole scritte su Facebook, Fabio Felli, sindaco leghista di Gemonio, ha motivato la scelta di togliere le bandiere davanti al municipio, rifiutandosi di esporle a mezz’asta nella giornata di lutto nazionale per i migranti morti a Lampedusa. Sul social network, il sindaco ha postato anche le sue foto mentre, con la fascia tricolore, toglie le bandiere dell’Italia e dell’Unione europea dal pennone.

La protesta segue la richiesta giunta a tutti i municipi d’Italia dopo il Consiglio del Ministri di ieri sera, dove è stato deciso il lutto nazionale per le centinaia di morti finiti annegati nel canale di Sicilia: ‘’Chi si deve vergognare, anzi sprofondare nella vergogna sono i nostri governanti, il ministro Kyenge e la ‘presidenta’ Boldrini, per il becero buonismo nel volere l’integrazione e l’accoglienza a tutti i costi".

"Supportate dal vostro governo di inetti e ipocriti - prosegue rivolgendosi al ministro Kyenge e a Laura Boldrini -, prendete l’aereo e andare in giro per il mondo a spese nostre a berciare ‘venite, venite’. Allora andate a prenderli con un traghetto - conclude - e date ai comuni i soldi necessari a mantenere tutta questa povera gente. Tutti questi morti sono, soprattutto, sulle vostre coscienze’’

Felli ha successivamente spiegato che la sua decisione di rimuovere non è stato un segno di “negazione della sciagura e del lutto per i morti di Lampedusa. Col mio gesto volevo scuotere le coscienze, nel 2013 non possono succedere cose come queste”. Ma, ha continuato, “allo stesso tempo, volevo denunciare l’ipocrisia di chi quando succede un evento così, che andrebbe prevenuto, piagnucola il giorno dopo”.