di Rosella Formenti

Varese, 21 maggio 2013 - La giustizia cerca di analizzare a fondo il dramma di Busto, per capire anzitutto se in qualche modo poteva essere evitato, ed eventualmente come. Ieri il pm Mirko Monti ha chiesto la convalida degli arresti domiciliari per la donna di 42 anni che sabato ha gettato dalla finestra del terzo piano i due figli, un bambino di 6 anni e una bambina di 3 anni: da sabato lei è ricoverata nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Busto Arsizio, in stato di detenzione con l’accusa di tentato omicidio. Il sostituto procuratore ha fatto acquisire tutte le cartelle cliniche relative ai ricoveri della donna nella struttura bustese, documentazione importante per l’inchiesta, obiettivo ricostruire la storia clinica e in definitiva stabilire appunto se il gesto compiuto poteva essere in qualche modo evitato. La donna era in cura da tempo per disturbo di personalità borderline e dopo un ricovero di alcune settimane era stata dimessa l’11 maggio scorso.

Oggi comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. Dall’ospedale di Busto Arsizio, dopo l’acquisizione delle cartelle cliniche su disposizione della Procura della Repubblica, essuna dichiarazione. «C’è un’indagine in corso e dunque non c’è nulla da dire: aspettiamo semplicemente che si concluda» ha detto ieri il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Armando Gozzini. La donna era tornata a casa da una settimana e secondo le testimonianze raccolte aveva manifestato più volte l’intenzione di sopprimere i suoi due figli. Nella sua mente un solo pensiero, quello di non essere in grado di fare la mamma. Sabato scorso di fatto è riuscita nel suo intento, ha preso i due figli, prima la bambina di 3 anni, poi il maschietto di 6 e li ha gettati dal terzo piano. Nel primo interrogatorio ha detto che lo ha fatto per il loro bene, oggi dovrà rispondere alle nuove domande del gip.

L’intera città di Busto Arsizio è ancora sotto choc per quanto accaduto e segue con apprensione la situazione dei due fratellini che hanno trascorso un’altra notte tranquilla in ospedale. Il parroco del rione Sant’Edoardo don Emilio Sorte ha esortato a pregare per loro, «sono salvi per un miracolo – dicono alcuni inquilini del palazzo dove si è consumato il dramma». Intanto c’è una domanda che tutti pongono e cioè se quel gesto folle da parte di una mamma con seri problemi di salute mentale potesse essere scongiurato, magari con qualche intervento preventivo realizzato per tempo. Il pensiero si tutti va comunque ai due bambini che avranno bisogno di tanto amore per riprendere il cammino della vita che il gesto disperato di una mamma che si sentiva inadeguata voleva interrompere per sempre. Qualche cosa di più sulle ragioni del gesto si potrebbe cooscere oggi, se la donna - assistita dal suo legale - deciderà di rispondere alle domande del giudice. Il colloquio, finalizzato peraltro sono a valutare il fermo, di cui appunti il pm ha chiesto la convalida, si dovrebbe svolgere nello stesso ospedale di Busto.