varese, 21 aprile 2013 - La schiuma non si ferma, ma in soccorso dell’Olona arriva la Regione. Il primo passo sarà quello di organizzare un gruppo di «sentinelle» con il compito di tenerlo sotto stretta osservazione. La schiuma non sparirà dall’oggi al domani, ma il dato certo è che il fiume che nasce dalle sorgenti della Rasa di Varese e solca due province fino a confluire nel Lambro addirittura nella città di Milano, 71 chilometri dopo, ora ha un alleato più deciso. A spiegarlo è Luca Marsico, ex assessore provinciale all’Ecologia, consigliere regionale e nominato presidente della commissione Ambiente.

Consigliere, cosa si può fare per l’Olona?
«Come avevo preannunciato è uno dei primi temi per cui mi sono già mobilitato. Una delle prossime sedute della commissione sarà dedicata al fiume Olona e, nello specifico all’audizione di tutte le parti che se ne sono occupate; sindaci, associazioni, comitati, società che si occupa di gestione delle acque e depurazione, che ringrazio sinceramente per il loro impegno. Personalmente conosco già la questione e me ne stavo occupando nel ruolo di assessore, è fondamentale adesso che anche le altre componenti del consiglio regionale ne siano consapevoli e adeguatamente informate».

La Regione è la sede giusta per affrontare il problema?
«Ritengo di sì: l’inquinamento dell’Olona è un problema che deve essere trattato e risolto a un livello più ampio di quello provinciale. Per il momento ne ho già parlato in ufficio di presidenza della commissione in via informale e gli altri componenti mi hanno confermato interesse e massima disponibilità. Spero che si lavori insieme e indipendentemente dalle posizioni politiche o ideologiche: il problema va risolto insieme perché il fiume è di tutti. Per prima cosa dobbiamo capire se c’era già stato un coinvolgimento della Regione su questo tema e in caso affermativo quali interventi siano stati messi in atto».

Entrando nel merito, non si sa ufficialmente da dove venga la schiuma, ma c’è e si vede: cosa si può fare per fermarla?
«Sarebbe bello saperlo, il fatto è che prima di capire come bisogna sapere da dove e perché. Al momento nessuno lo ha ancora capito, quindi è impossibile indicare delle azioni da mettere in atto per evitarlo. Il controllo delle acque e degli scarichi spetta ad Arpa, che sappiamo essersi mossa ma per quanto riguarda il risultato delle indagini non è arrivato ancora nulla».

L’Olona è un fiume storicamente inquinato e sono stati spesso chiamati in causa sia gli scarichi abusivi che l’insufficienza dei depuratori: cosa si può fare in tal senso?
«Sui depuratori c’è un piano d’ambito sulla gestione delle acque che va verso la definitiva approvazione mettendo ordine nelle competenze e nei finanziamenti, mentre per gli scarichi abusivi porterò avanti la proposta di istituire un servizio di sentinelle, volontari o incaricati dai Comuni, che tengano monitorato il corso d’acqua segnalando tempestivamente le anomalie».