di Michele Mezzanzanica

Somma Lombardo, 28 marzo 2013 — Allarme animali selvatici nel Varesotto. Non solo cervi, volpi e cinghiali: tra boschi e brughiere del nostro territorio si aggirerebbero anche lupi e puma. E se la presenza del secondo è tutta da dimostrare, sulla prima non ci sono dubbi: il lupo c’è e ora si trova - non vivo, ma sotto forma di carcassa - in un freezer di una struttura specializzata sotto la giurisidizione della Provincia. Qualche giorno fa un automobilista è stato infatti vittima di un insolito incidente stradale, dalle parti di Somma Lombardo, colpendo un animale di grossa taglia. Appena sceso dall’auto , si è accorto che non si trattava di un cane e ha chiamato il nucleo faunistico della Polizia provinciale. Il responso è presto arrivato: si tratta di un lupo, un esemplare maschio di 37 chilogrammi.

«Abbiamo mandato dei reperti all’Università di Torino e a un ateneo americano – spiega Bruno Specchiarelli, assessore provinciale alla Gestione faunistica – stiamo aspettando i responsi per capire a quale ceppo appartenga. Intanto la carcassa dell’animale è qui in una cella frigorifera, dobbiamo decidere che farne, si tratta di un esemplare stupendo». Il ritrovamento ha del clamoroso, visto che le ultime presenze documentate di lupi in provincia di Varese risalgono addirittura all’Ottocento, quando il nostro territorio era popolato anche da orsi e lontre.

Già a metà del XIX secolo il lupo era praticamente scomparso da tutta la Lombardia a causa dell’uso di bocconi avvelenati con stricnina e l’ultimo avvistamento documentato risale al 1892, a Varese lungo la strada tra Bugazzeno e Robarello. Sarà interessante capire come l’esemplare ritrovato a Somma Lombardo ci sia arrivato e, soprattutto, se si aggirano tra boschi e brughiere altri suoi simili: ipotesi tutt’altro che remota per un animale che vive in branco. In Valcuvia è invece scattato l’allarme puma dopo che lunedì scorso un allevatore di cani ha ritrovato delle robinie scorticate a diversi metri d’altezza e tracce di sangue sul terreno.

Inoltre, la notte precedente i suoi cani avevano latrato a lungo in maniera inusuale. Anche in questo caso si è mosso il nucleo faunistico della Polizia provinciale, insieme alla Forestale e a un ricercatore dell’Università dell’Insubria, ma la pista si è presto spenta. I segni sugli alberi sarebbero da attribuire a dei piccoli roditori, tra i quali lo scoiattolo asiatico, che in questa stagione cercano il posto ideale per costruirsi il nido. Le tracce di sangue sarebbero invece da imputare alla razzia di una volpe. Niente puma dunque, ma il lupo basta e avanza.