di Francesca Manfredi

Varese, 21 novembre 2012 - La Babele del Carroccio lascia feriti sul campo e la scuola leghista perde il primo pezzo. Chiuderà i battenti a fine anno scolastico il liceo bosino, aperto nel 2010 grazie anche a un finanziamento di 800mila euro proveniente dalla «legge mancia» e definito un «regalo a Lady Bossi», ovvero Manuela Marrone, moglie del senatùr e direttrice dell’intero istituto fondato nel 1998 che, oltre al polo superiore, vanta asilo, elementare e media. Carenza di nuovi iscritti, la ragione formale. Che genera l’effetto collaterale della perdita dello status di scuola paritaria e la scomparsa conseguente dei contributi pubblici che finora lo hanno tenuto in piedi.

Ma il terremoto che ha cambiato per sempre il volto del Carroccio, con la staffetta Bossi-Maroni al vertice e le indagini su un presunto uso disinvolto di fondi pubblici, potrebbe non essere estraneo alle nubi che si addensano sull’esperienza. In intercettazioni e testimonianze del cosiddetto affaire-Belsito, infatti, compaiono presunti finanziamenti per centinaia di migliaia di euro che sarebbero stati riservati alla Bosina. In più la scuola gestita con piglio deciso dalla seconda moglie del senatùr è sempre stata considerata un feudo del cerchio magico legato al vecchio capo. E oggi che a comandare sono Maroni e i suoi, forse, un eventuale alleggerimento dell’impegno per l’istituto padano non sarebbe visto come un’eresia. Ipotesi. Di certo resta la chiusura del liceo linguistico, avviato solo tre anni fa.

La notizia è stata comunicata ai genitori dei ragazzi il 20 ottobre, con la convocazione di un’assemblea da parte dei dirigenti. «Come tutte le scuole paritarie abbiamo finanziamenti pubblici - spiega il presidente della scuola Bruno Specchiarelli - ma non avendo formato le classi prime per due anni consecutivi non saremo più scuola paritaria e li perderemo. Circa 450mila euro arrivano dalle rette ma con un bilancio di oltre 1 milione di euro non siamo in grado di far fronte a tutto il resto». La restante quota viene coperta da finanziamenti dello Stato, della Regione, del Comune di Varese per l’asilo e l’assegnazione dell’immobile in via dello Stadio, e poi da finanziamenti privati di varia provenienza, compresa la Lega. Specchiarelli, però, ridimensiona la portata delle cifre indicate anche nelle carte dell’inchiesta.

«Ci sono anche dei contributi del partito tra quelli privati - conferma il presidente - ma non mi sembra uno scandalo. Il progetto culturale della scuola è nato dalla Lega, anche se non è un luogo dove si fa politica». Per Fabio Rizzi, il senatore leghista che aveva difeso a spada tratta il finanziamento del 2010, il triste destino del liceo bosino va «senza dubbio» imputato all’enfasi mediatica sui dissesti in casa Lega.