Busto Arsizio, 15 novembre 2012 -Sarà interrogata domani nella casa di cura e custodia di Castiglione delle Stiviere, nel Mantovano, dove è ricoverata da martedì pomeriggio la suora di 52 anni accusata di aver molestato sessualmente per 13 anni una ragazza che poi si tolse la vita l’anno scorso. Gli addebiti nei suoi confronti sono pesantissimi: dalla violenza sessuale agli atti persecutori, passando per la violenza privata. La religiosa, che fino all’esecuzione dell’ordinanza del gip del tribunale di Busto Arsizio era in servizio in una struttura educativa di Cinisello Balsamo, nel Milanese, dovrà provare a chiarire la sua posizione con l’assistenza dell’avvocato Raffaella Servidio. Intanto, seppur nel riserbo dovuto a una vicenda tanto delicata, filtrano altri particolari.

L’indagine partì a fine del 2009 (anche se i presunti abusi sarebbero scattati ben prima, addirittura nel ’98, quando la giovane aveva solo 13 anni) quando la famiglia della ragazza, notate alcune stranezze nel suo comportamento, si rivolsero alla Polizia. La ragazza - che viveva sola - fu interrogata, ma negò di aver subìto abusi, allontanando qualsiasi ombra dalla religiosa.
 

Essendo maggiorenne le forze dell’ordine si limitarono a garantire la loro disponibilità in caso di «ripensamenti». Poi nel 2011 il tragico epilogo con il suicidio. A quel punto, anche sulla scorta dei diari della giovane, in cui sarebbero illustrati anche gli incontri a luci rosse e i tentativi di liberarsi di queste attenzioni («vorrei avere il coraggio di denunciarla e dire basta», scrive in un passaggio), gli investigatori hanno ricostruito la vicenda. Fra il ’98 e il 2000 la suora, trasferita a Catania, avrebbe comunque effettuato vari viaggi a Busto Arsizio per incontrare la giovane nel suo appartamento. Poi, con il ritorno al Nord, a Cinisello Balsamo, per la suora - che nel diario la presunta vittima chiama «sister» - sarebbe stato facile intensificare l’ipotetico rapporto morboso.
 

Fra botte e colpi proibiti (in un’occasione avrebbe addirittura rischiato di soffocarla), umiliazioni e approcci sessuali che sarebbero andati oltre palpeggiamenti e carezze pesanti, l’equilibrio psichico della ragazza si sarebbe via via minato. Il tutto mentre la presunta aguzzina continuava a sostenere come tutto quello che sarebbe accaduto nel chiuso di quelle stanze fosse assolutamente normale. Di ordinario, purtroppo, a quanto pare non ci sarebbe stato nulla. Gli investigatori, intanto, intendono approfondire l’eventualità di altri episodi.
 

di E.C.