Origgio, 25 ottobre 2012 - La fine di ottobre non sembra portare un gran bene alla Novartis. È passato un anno esatto, infatti, dalla mattina del 25 ottobre 2011, quando il colosso farmaceutico di Origgio, nonostante utili e fatturato in crescita, annunciava i tagli al personale. In buona sostanza, nell’ambito di una riorganizzazione della struttura, si prevedeva di cancellare 2.000 posti di lavoro, soprattutto in Svizzera e negli Stati Uniti.

Ieri, un anno dopo, la nuova bomba: il ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) dichiaravano la sospensione momentanea «a scopo cautelativo dell’utilizzo di vaccini influenzali Novartis autorizzati sul territorio italiano». Quasi mezzo milione di dosi che non verranno distribuite, perché ritenute potenzialmente pericolose.

Il colpo, a Origgio, dove la multinazionale svizzera ha la sede centrale italiana, si è avvertito con una certa eco, anche tra il personale. Si temono infatti ulteriori ripercussioni sull’organico, seppur l’azienda in materia ieri non abbia manifestato alcun segnale d’allarme.
Al contrario, in attesa di ulteriori indagini e approfondimenti, fin dalle prime ore il management di largo Boccioni ha già provveduto a fornire alle autorità competenti un documento di valutazione, «a supporto dell’efficacia, della qualità e della sicurezza dei vaccini» e sta collaborando con il ministero della Salute e Aifa per comprendere le ragioni «di questa decisione che riguarda il solo mercato italiano».

L’impegno garantito dai vertici aziendali è quello di «rendere disponibili vaccini innovativi e affidabili, che rispondano ai più alti standard previsti dai processi di produzione e controllo qualità». Sarà cura dell’azienda, quindi «fornire ulteriori aggiornamenti non appena disponibili».
In serata, dal governo arriva un’altra nota di preoccupazione: «Le dosi contrattate con la Novartis sono 3 milioni» e «quelle bloccate oggi sono le uniche presenti sul mercato italiano». A dirlo è il ministro della Salute Renato Balduzzi. Le circa 500mila dosi bloccate sono dunque quelle già acquistate e «ora - aggiunge - ci stiamo predisponendo a coprire una eventuale mancanza più larga».

Ma non è tutto: «Dalla documentazione data da Novartis il 19 ottobre, emerge che l’azienda era a conoscenza delle anomalie riscontrate nei vaccini dall’11 luglio». Ín particolare delle dosi bloccate 175mila erano destinate alle farmacie, 312mila alle Asl. Ora si crea un «problema di approvvigionamento - spiega il ministro - ma stiamo provvedendo».

La produzione dei vaccini avviene nei poli di Siena e Rosia, dove si realizzano ogni anno centinaia di milioni di dosi, il 60% circa della produzione mondiale di Novartis Vaccines, distribuite in 115 Paesi di tutto il mondo. A Origgio sono localizzate invece le tre divisioni Farma, Sandoz e Consumer Health, mentre la divisione Vaccini e Diagnostici ha sede a Siena.

A Marcon (Venezia) ha sede la Business Unit Ciba Vision. Tre i siti produttivi, che fanno capo alle divisioni Farma, Vaccini e Diagnostici e Sandoz. La produzione farmaceutica è concentrata a Torre Annunziata (Napoli), uno dei più importanti poli produttivi del Gruppo a livello mondiale e il maggiore insediamento farmaceutico del Mezzogiorno.
I principi attivi per farmaci generici sono invece prodotti a Rovereto da Sandoz Industrial Products, una delle maggiori realtà industriali del Trentino, con una produzione, nel 2009, pari a quasi 820 tonnellate.

di Enrico Fovanna