Milano, 24 settembre 2012 - Le merci corrono veloci su rotaia per tutta Europa, ma varcata la frontiera italiana si bloccano. E’ lo scenario che potrebbe caratterizzare il 2017, quando la linea veloce AlpTransit sarà completata e il corridoio europeo 24 Genova-Rotterdam pronto a entrare in funzione. Un’opera infrastrutturale fondamentale per unire i due principali porti Europei, quello sul Mediterraneo e quello sull’oceano, tagliando in due il cuore economico del Vecchio Continente. I tedeschi ci puntano forte, gli svizzeri pure, al punto che il governo di Berna ha proposto di stanziare 940 milioni di franchi per ammodernare le linee ferroviare elvetiche. Ma una volta arrivati in Italia, attraverso la Basilea-San Gottardo-Chiasso e la Luino-Bellinzona, che rete troveranno i treni carichi di merci?

Storicamente l’Italia ha sempre prediletto il trasporto su gomma e anche oggi pare essere in ritardo rispetto agli altri Paesi europei nello sviluppo di un sistema ferroviario efficiente e moderno. Così gli svizzeri, popolo pragmatico poco avvezzo alle chiacchiere, avrebbero pensato anche per noi: soldi rossocrociati per ammodernare i binari tricolori. La Confederazione elvetica sta infatti valutando la possibilità di concedere un prestito a tasso agevolato di 230 milioni di franchi - circa 190 milioni di euro - allo Stato italiano per la riqualificazione delle tratte ferroviarie al di qua delle Alpi, da stabilire nell’ambito di una convenzione internazionale che verrà discussa nei prossimi mesi.

Le linee andranno adeguate per rendere possibile il trasporto di semirimorchi e togliere così traffico dalle strade per spostarlo sui binari. A beneficiarne sarebbero soprattutto la Milano-Chiasso, proseguimento naturale della linea del San Gottardo che taglia la Brianza comasca e milanese, e la Luino-Bellinzona. Proprio quest’ultima sembrerebbe quella prediletta dagli svizzeri, per caratteristiche tecniche (minore pendenza media), geografiche (maggiori possibilità di interventi rispetto all’iper sfruttata area metropolitana milanese) e di mercato (collegamenti diretti con numerosi terminal di trasbordo come Busto Arsizio, Gallarate e Novara).

In ogni caso, oggi il punto non è tanto quale linea verrà valutata più strategica per completare il Corridoio 24, quanto il fatto che a fare questa scelta, in virtù dei soldi messi a disposizione, sarebbe di fatto la Svizzera e non l’Italia. La crisi incombe, certo, e a livello di liquidità la vicina Confederazione non la batte praticamente nessuno, ma non è solo una questione di risorse a disposizione. Il ritardo è anche una questione di scelte strategiche. L’Europa ha stabilito anni fa che il futuro sarà su rotaia, in Italia invece si investe in pedemontane e tangenziale esterne.

di Michele Mezzanzanica

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