Malpensa, 31 agosto 2012 — Anche l’altra sponda del Ticino si mobilita contro la terza pista e, più in generale, i progetti di grandeur di Malpensa. Lo sviluppo dell’aeroporto della brughiera, avallato anche dal ministro Corrado Passera nell’ambito del piano aereo nazionale recentemente elaborato, preoccupa anche il Piemonte.

Il Comitato Ovest Ticino (C.Oves.T) ha incassato l’adesione di sedici Comuni del Novarese che con un’apposita delibera hanno votato contro il progetto della terza pista. E le osservazioni spedite a Roma, al ministero dell’Ambiente, portano la firma anche della Provincia di Novara mentre settimana prossima sono attese quelle della Regione Piemonte. Un fronte compatto, dunque, preoccupato che le nuove rotte degli aerei aumentino l’inquinamento ambientale con conseguente rischio per la salute delle persone. Preoccupato, anche, che un’area unica in Europa come quella del Parco del Ticino possa essere compromessa dall’espansione dell’aeroporto. Una volta consegnate tutte le osservazioni, entro il 6 settembre, la commissione del ministero avrà tempo 90 giorni per dare il suo parere.

«Senz’altro rispetto alla prima versione del Masterplan c’è stato uno sforzo da parte di Sea per venire incontro alle nostra richieste - afferma Laura Prati, sindaco di Cardano al Campo e presidente di turno del Consorzio urbanistico volontario che raggruppa i Comuni dell’area di Malpensa - ma le soluzioni proposte sono insufficienti. Il bilancio idrico, ad esempio, prima non c’era e ora è presente, ma in maniera molto superficiale. Su temi cruciali mancano gli approfondimenti che ci aspettavamo, quindi abbiamo ribadito le nostre osservazioni al ministero».

Oltre alla storica battaglia per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini, il primo cittadino pone l’accento sull’aspetto paesaggistico: «Nell’area dove dovrebbe sorgere la terza pista sono stati trovati reperti di origine romana e potrebbero esserne scoperti altri, una ricchezza culturale che andrebbe valorizzata, un patrimonio di cui dovremmo andare fieri e che invece sembra non interessare».

Ancora più critica la posizione di Beppe Balzarini, storico presidente di Unicomal, l’unione di comitati lombardi contro la terza pista. «La terza pista non è altro che un cavallo di Troia - afferma - la stessa Sea ha dovuto ammettere che coi numeri attuali non serve, ma il vero affare è trasformare 350 ettari di boschi e aeree verdi in 200mila metri quadri di capannoni. In una zona già fortemente provata dall’inquinamento, con la colonnina di Ferno che spesso rileva valori di pm10 più alti delle zone più critiche di Milano. Oltretutto nel centro-nord ci sono diciotto aeroporti con un capacità di 100 milioni passeggeri in più rispetto al traffico attuale, davvero si pensa che nei prossimi anni si raggiungeranno certi livelli? Il Masterplan è da bocciare per gli aspetti ambientali e della salute dei cittadini ma anche da un punto di vista economico».

michele.mezzanzanica@ilgiorno.net