di Francesca Manfredi 

Varese, 29 luglio 2012 - O il risparmio o la vita, a costo di vendere il patrimonio. Così il Comune di Varese mette all’asta auto e cambia i contratti ai telefonini per la spending review, ma passa anche al setaccio immobili e terreni di proprietà da mettere in vendita per rispettare il patto di stabilità, in aggiunta al piano delle alienazioni approvato in primavera. «Non vogliamo, siamo costretti», afferma il sindaco Attilio Fontana. La norma dello Stato impone a Palazzo Estense di chiudere l’anno in positivo di 8,8 milioni di euro sottratti alle spese correnti.

«È come se fossimo un’azienda - spiega il primo cittadino leghista - ci dicono che dobbiamo chiudere con un utile e per tentare di incassarlo dobbiamo smobilitare il patrimonio». Che cosa andrà all’asta non è ancora deciso ma in qualunque caso è meglio rinviare la decisione. «Con un mercato così fiacco vuol dire svendere - chiosa il sindaco - o regalare ai soliti noti». Intanto la spending review toglierà dal bilancio un altro milione.

Per tamponare, la Giunta ha appena deciso di liberarsi di 48 veicoli tra auto, moto e furgoncini, e decurterà le spese telefoniche sia con la riduzione dei cellulari di servizio, sia con il passaggio dall’abbonamento forfettario alle schede ricaricabili. «In questo modo abbiamo previsto un risparmio di circa 8 mila euro», dice l’assessore alle Finanze Giuseppe Montalbetti.

Di auto blu non ce ne sono e ben poco si incasserà vendendo le utilitarie bianche degli uffici tecnici: si risparmieranno però bolli e assicurazioni. I Comuni in provincia non versano in migliori condizioni. «Anche noi stiamo ragionando sulle alienazioni - dice Matteo Bianchi, sindaco di Morazzone - le proiezioni dicono che non ce la faremo a stare nel patto, e non per scelta nostra. Abbiamo tagliato tutto nel 2010 e non abbiamo alternative alla cessione dei diritti di superficie sulle proprietà comunali». Vendite in vista da Luino a Saronno. «Per rispettare il patto di stabilità abbiamo inserito nel piano aree importanti come il palazzo degli uffici - conferma il sindaco luinese Andrea Pellicini - Tagliare si è già tagliato, anche su spese telefoniche e consumi elettrici. Adesso per farcela dobbiamo alienare».

«Non abbiamo più alcun tipo di rimborso - dice il primo cittadino di Saronno, Luciano Porro - né per le telefonate né per l’auto. Giovedì in giunta abbiamo ragionato sulle alienazioni ma siamo preoccupati di non riuscire a vendere. In molti Comuni le aste sono andate deserte». Cardano al Campo ha già sperimentato cosa significa sforare il patto di stabilità, nel 2007. Il sindaco Laura Prati vuole scongiurare una replica: «Sarebbe un disastro - spiega - ma non abbiamo neanche grandi proprietà da vendere. Cercheremo di tagliare, ma mi chiedo quanto durerà questo calvario».