Caronno Pertusella, 13 luglio 2012 - «Salve, sono Caterina Caselli. Ho letto la mail che mi avete inviato. Quando possiamo vederci per una incontro faccia a faccia?». Con queste poche parole e tanta disponibilità la cantante, ora affermata produttrice, ha conquistato i 122 lavoratori dell’Ims, società specializzata nella produzione di cd e dvd che dallo scorso ottobre lottano per salvare un’azienda che ha fatto la storia della discografia italiana e internazionale. E adesso li vedrà insieme ai sindacati, per cercare di sbloccare una situazione sempre più ingarbugliata.

Fino al giugno 2011 l’Ims era leader in Europa con una produzione di otto milioni di pezzi al mese: a Caronno Pertusella aveva sei centri produttivi all’avanguardia in grado di realizzare l’intero ciclo produttivo dalla materia prima alla produzione di cd e copertina fino alla distribuzione. All’improvviso, a causa di alcuni problemi gestionali, sono arrivati cassa integrazione e fallimento. I lavoratori però non si sono arresi, allestendo un presidio permanente davanti ai cancelli. Con la neve, il freddo e resistendo anche a un nubifragio hanno iniziato un’opera di sensibilizzazione di artisti e case di produzione per salvare non solo il proprio posto di lavoro ma anche una società che ha portato la musica di artisti italiani e internazionali in tutto il mondo.

In questi nove mesi di lotta i cassintegrati dell’Ims in cerca di solidarietà sono andati al festival di Sanremo e nello studio di registrazione di Vasco Rossi. Nessuno, però, li aveva garantito un sostegno tanto concreto come quello assicurato dal «caschetto d’oro» della musica italiana, che appena ha letto la mail dei 122 lavoratori caronnesi si è mobilitata contattandoli di persona. «Abbiamo scritto a tantissimi artisti in questi mesi rimanendo spesso senza risposta – rivela Antonio Ferrari, sindacalista AlCobas-Cub – In questo caso invece siamo rimasti senza parole per la tempestività con cui Caterina Caselli ci ha contattato».

«Sono molto sensibile a questi temi – dice la cantante di “Nessuno mi può giudicare” ai lavoratori – Organizziamo un incontro per vedere cosa si può fare e se insieme riusciamo a trovare una soluzione». Una disponibilità che ha riacceso la speranza dei dipendenti che, in lotta per la rinascita dell’Ims, vivono una quotidianità fatta di sacrifici e privazioni, anche perché la cassa integrazione non è ancora stata versata e quindi nessuno ha ancora preso un soldo. Negli ultimi mesi le possibilità di riaprire l’azienda si erano a poco a poco ridotte al lumicino.

«L’Ims non è un’azienda decotta ma riattivare la produzione non è semplice – riferisce Ferrari – Abbiamo alcuni imprenditori intenzionati a rilevare l’azienda proprio perché ha un suo mercato ma il problema sono le commesse che non sono sufficienti a garantire la continuità dell’attività». Nelle ultime settimane è stata anche staccata la corrente elettrica allo stabilimento ma i lavoratori e il curatore fallimentare sono riusciti a riattivare la fornitura coinvolgendo le istituzioni. «La tempestiva risposta di Caterina Caselli e la sua disponibilità – conclude Ferrari – hanno spazzato via l’indifferenza che spesso circonda chi vive il dramma della perdita del posto di lavoro».