Varese, 28 giugno 2012 - Si conclude oggi, dopo oltre nove anni, l’«avventura» di monsignor Luigi Stucchi quale vicario episcopale di Varese (al suo posto arriverà l’ex prevosto di Busto Arsizio, monsignor Franco Agnesi). Il cardinale meneghino Angelo Scola, infatti, ha affidato al vescovo brianzolo un ruolo di ancor più grande responsabilità: la formazione permanente del clero, «lavoro in realtà già iniziato - rivela il diretto interessato -. Sto infatti incontrando diverse persone dedite a questo servizio, che è rivolto ai presbiteri e ai diaconi della nostra diocesi».

Monsignor Stucchi, finisce un incarico e ne inizia un altro...
«Un fatto molto bello, la riprova che la Chiesa ti tiene al suo servizio pur cambiando le tue responsabilità: un messaggio, questo, che mi piacerebbe diffondere a tutti».

Cosa le lascia questa esperienza varesina?
«Una grande ricchezza di umanità, toccata con mano in tantissime occasioni, che ti arricchisce e ti sospinge ulteriormente, dando senso, forza e speranza al tuo lavoro. Mi sembra che questo sia un grande dono da portare nel cuore».

Quali sono i momenti del suo ministero che ricorda con maggior piacere?
«Difficile scegliere fra le tante esperienze vissute, circostanze preziose per la vita delle persone e per comunità coinvolgenti e sempre in cambiamento. Da parte mia, ho cercato di farmi presente, di essere vicino a tutti».

Come definirebbe la comunità ecclesiale varesina?
«Collaborativa, fiduciosa nel cambiamento, coraggiosa anche in questi tempi di crisi. Le fatiche e le difficoltà, infatti, ci interpellano in tanti modi, e i varesini hanno risposto con coraggio, fiducia e responsabilità. Le crisi si affrontano insieme, e da questo punto di vista il messaggio del Signore rappresenta un dono grande e costituisce il fondamento di una speranza praticabile. Quella stessa speranza che qui a Varese ho avuto la possibilità di toccare con mano».

di Paolo Candeloro