22 gennaio 2012 - Preoccupazione per le sorti delle eccellenze agroalimentari varesine, per allevamenti e aziende florovivaistiche. L'allarme nasce dalle difficoltà economiche che stanno affrontando gli addetti al mondo agricolo della provincia, stretti tra pagamenti di carburante e con la pesante scure della nuova imposta municipale Imu che per volere del nuovo governo tasserà anche i fabbricati rurali. A rischio cisono anche numerose produzioni km zero, dal salumi ai formaggi, dalla frutta alla verdura, che stanno ottenendo un crescente successo.

Non nasconde la sua preoccupazione Fernando Fiori, presidente di Coldiretti per Varese: «Come rischio grave c'è l'ulteriore ridimensionamento in provincia di un settore che produce comunque eccellenze e che vede attive ancora quasi 2000 imprese. L'agricoltura produce cibo ed alimenti, ma costituisce ancora un fattore chiave per lo sviluppo locale, per la difesa del suolo ed il presidio del territorio, per la creazione di valore aggiunto anche per altri settori».

Pasquale Gervasini, presidente Confagricoltura Varese, imprenditore alla guida di un centro di floricoltura in città, ha esperienza diretta con i problemi che rischiamo di danneggiare rovinosamente il settore agricolo locale: «Una ricerca di Confagricoltura mostra come la manovra peserà per il 10% sul settore agricolo per una cifra di 400 miliardi di euro. Questo dimostra che non c'è lungimiranza nè strategia e che danneggiare il settore agricolo potrebbe avere pesanti ritorni senza scordarci dell'ambiente. L'abbandono dei terreni creerebbe di certo qualche problema all'ecosistema, per non parlare della possibile scomparsa di piccoli agicoltori e allevatori che contribuscono a sviluppare eccellenze produttive».

Aggiunge Gervasini: «E' un momento di grande preoccupazione. A rischio maggiore ci sono le imprese florovivaistiche che devono affrontare il prezzo dei carburanti per le serre. In molti hanno già scelto di rinunciare alle coltivazioni invernali. A rischio anche gli allevamenti di cavalli».

Paride Peloso, fino a poco tempo fa a capo del consorzio della F ormaggella del luinese e proprietario dell'azienda agricola Caprivalcuvia racconta: «C'è preoccupazione tra noi piccoli agricoltori e allevatori. Le tasse e gli aumenti rischiano di metterci ko. Il nostro vero sbocco economico è la vendita diretta nei mercatini e la trasformazione del prodotto. E' necesario per sopravvivere saltare le catene di intermediari e uscire da quei vincoli di vendita». E aggiunge ancora: «Penalizzare le aziende agricole è un controsenso. Possiamo avere contributi europei, ma ostacolarci con le tasse o con l'Imu sui capannoni per gli attrezzi è insensato. Il settore agricolo deve essere tutelato anche perchè non si mangiano di certo cellulari e computer». Conclude Peloso: «Siamo abituati ai sacrifici e per questo vogliamo essere ottimisti, non abbiamo mai ottenuto niente facilmente, ma non vogliamo bastoni fra le ruote».