Varese, 22 marzo 2011 - Il sindaco Fontana ha servito l’assist e il presidente Napolitano ha spinto la palla in rete. L’intervento del primo cittadino - poco meno di tre minuti - e la replica, a braccio, del capo dello Stato sembravano scritti da un compositore affascinato dai toni armoniosi. «L’amministrazione varesina è sempre stata virtuosa - ha letto il sindaco lumbàrd - Negli anni sono state rispettate le regole imposte dai governi che si sono succeduti». Il rigore, ha proseguito Fontana, scatena una sofferenza ancora maggiore per i «tagli dolorosi che vanno a incidere sui diritti dei nostri cittadini» cui è costretto il Comune. Le prossime sfide vanno comunque affrontate con ottimismo, ha detto il sindaco, perché «nella Costituzione l’identità storica e culturale della Nazione convive con il riconoscimento e lo sviluppo in senso federalistico delle autonomie che la fanno più ricca e più viva». Napolitano, se possibile, si è spinto più avanti. Ci vuole «una distribuzione equa dei sacrifici necessari» a ridurre la spesa corrente, dice, arrivando ad auspicare una riforma dell’architettura degli enti locali perché «c’è un armamentario che si è sovraccaricato, al di sotto del livello regionale, dove c’è qualcosa di artificioso e a volte di parassitario», in particolare in zone «del Mezzogiorno». Parole che devono essere sembrate musica ai leghisti presenti, in primis il presidente della Provincia Dario Galli, pronto a chiedere «una sola cosa all’Italia unita: che la gente del Nord venga trattata come gli altri».

In municipio hanno sfilato esponenti di tutti gli schieramenti. Varesini, regionali e nazionali. Molti dei leghisti indossano simboli legati al loro movimento. Il numero uno di Villa Recalcati Dario Galli porta cravatta e pochette verde. Sfoggiano il fazzoletto padano anche l’assessore comunale Gladiseo Zagatto, l’assessore provinciale Bruno Specchiarelli e il presidente del consiglio regionale Davide Boni. Il segretario cittadino Carlo Piatti opta per la spilletta con l’Alberto da Giussano. La vicepresidente del Senato Rosi Mauro si è appuntata al bavero una coccarda verde. È tricolore quella dei rappresentanti del Pd. La portano il capogruppo in consiglio comunale Emiliano Cacioppo, la candidata-sindaco Luisa Oprandi e il deputato Daniele Marantelli. Festeggiano anche i politici di Pdl, con Roberto Formigoni, e Udc, con il vicepresidente della Camera Rocco Buttiglione. Pippo Pitarresi, consigliere comunale del Pdci, è protagonista di un simpatico siparietto. Si presenta al presidente come «consigliere comunista». «Ce ne sono ancora?», scherza Napolitano. Poi gli firma una copia della costituzione. Salutano il presidente anche Alessio Nicoletti (Movimento libero) e Angelo Zappoli (SeL). C’è spazio anche per i garibaldini di «Varese per l’Italia». Donano al presidente un acquerello con il Sacro Monte e una coppia che sventola il tricolore, oltre a un gagliardetto dell’associazione. «A Napolitano - dice il presidente Luigi Barion - ho espresso rammarico che nessuno lo avesse portato in un luogo risorgimentale di Varese». A Palazzo Estense il presidente firma l’Albo d’Onore. «Il mio saluto e omaggio alla città di Varese - scrive - Un saluto caloroso come quello che ne ho ricevuto. Un omaggio nello spirito di una nuova unità della Repubblica». Nel pomeriggio Napolitano torna sull’attualità, sollecitando il completamento del federalismo attraverso il superamento del bicameralismo perfetto.