Varese, 22 dicembre 2010 - Dopo anni di lungo lavoro i genetisti dell’Università dell’Insubria hanno scoperto un gene che aiuta a comprendere la genesi del tumore ovarico, il tumore ginecologico più letale. Questa importantissima scoperta verrà pubblicata nelle pagine della più aurevole rivista del settore amenricana “Proceeding of the National Academy of the Sciences of the USA”.

Roberto Taramelli ha guidato il team che ha condotto le ricerche nel laboratorio di genetica umana. Docente di Genetica Umana alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Varese, Taramelli ha evidenziato che questo gene, chiamato RNASET2, induce il reclutamento di particolari cellule che aiutano a circoscrivere la crescita tumorale. Si è scoperto inoltre che nelle persone malate di cancro ovarico è presente una alterazione di questo gene e di conseguenza una mancanza di reazione al tumore.

"Da alcuni anni il mio gruppo di ricerca si occupa dello studio dei meccanismi molecolari e cellulari che sono alla base della genesi di alcuni tumori solidi quali i tumori ovarici – sottolinea il professor Taramelli - Alla luce della notevole scarsità di nozioni e informazioni che riguardano l’essenza stessa di questi tumori abbiamo cercato di trattare questa patologia con un approccio innovativo. Siamo partiti da una considerazione molto generale ma abbastanza semplice: se è un dato ormai assodato che a una persona su tre venga diagnosticata una neoplasia nel corso della propria vita, è anche vero che due persone su tre sono resistenti. Da questa premessa ci siamo quindi chiesti da cosa dipendesse questa “resistenza”. Secondo questo modo di vedere ciò che è importante nella genesi del cancro sono le alterate e anomale interazioni fra le varie cellule che compongono un determinato tessuto. Questo è e un cambiamento di paradigma che focalizza gli sforzi dei ricercatori a un livello diverso dell’organizzazione gerarchica degli organismi viventi e quindi sposta l’enfasi non verso lo studio della suscettibilità ad ammalarsi di cancro ma verso lo studio della resistenza nei confronti della malattia".

 

Si tratta di una scoperta di eccezionale importanza poiché apre le frontiere per nuove terapie mirate contro il cancro ovario.Questo tipo di tumore è il cancro ginecologico più letale: porta alla morte della metà delle pazienti. Ogni anno in tutto il mondo sono 200.000 i nuovi casi, in Italia circa 4.000.