Varese, 26 ottobre 2010- Un «Parterre de roi», col ministro dell’Interno Roberto Maroni, il capo della polizia Antonio Manganelli e il Comandante generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, presente il prefetto di Varese, Simonetta Vaccari. Un pubblico giovane, attento e molto interessato, formato da alcune classi quinte di diversi istituti superiori di Varese. Un tema importante, spinoso e, purtroppo, sempre all’ordine del giorno, quello della criminalità organizzata. Nella cornice del Teatrino Santuccio di via Sacco, è andato in scena un incontro nel quale gli studenti varesini non hanno svolto il ruolo dei semplici spettatori, ma hanno partecipato attivamente con una serie di domandeprecise e puntuali.

 

Introdotto dalla docufiction «Scacco al re», che documenta la cattura del boss di «Cosa Nostra» Bernardo Provenzano, il dibattito ha confermato quanto i giovani siano attenti e in qualche modo «innamorati» della legalità. Considerazioni pertinenti e tante curiosità da soddisfare, grazie alle risposte di Maroni, Gallitelli e Manganelli. Il quale ha ricordato come «negli ultimi due anni lo Stato abbia ottenuto tanti successi nella lotta alla criminalità organizzata, che ora si trova in grande difficoltà. Per combatterla ulteriormente, però, ci servirebbero più giocatori e meno tifosi. Cosa potete fare voi giovani? Condividere un sistema di regole costruito da persone perbene». «La criminalità organizzata, però, non sempre è visibile - ha spiegato con grande chiarezza il comandante generale dei carabinieri Gallitelli -, ed è forse questa la difficoltà più grande inerente al nostro lavoro».

 

Davvero tante, poi, le domande rivolte al ministro Maroni, il quale ha ricordato «i 6656 mafiosi catturati negli ultimi due anni e mezzo, alla media di otto al giorno, e i 34000 beni confiscati nello stesso periodo, per un valore totale di circa 18 miliardi di euro. Cifre importanti, ma sulle quali non dobbiamo fermarci. Ogni anno, infatti, tutte le organizzazioni di criminalità organizzata producono circa 150 miliardi, il 10% dell’intero fatturato italiano». Segno che le mafie sono ancora ben presenti. «E si sono anche spostate verso il nord Italia e il nord Europa - sottolinea Maroni -, come ha dimostrato, per esempio, la strage di Duisburg del 15 agosto 2007».

 

In quella provincia di Varese tanto cara al ministro, come siamo messi? «La mafia, o meglio, la ’ndrangheta, è presente anche qui - risponde Maroni -. Negli ultimi anni, infatti, sono state confiscate trentuno abitazioni». Infine, un consiglio agli studenti che gremivano la sala del Teatrino Santuccio. «Bisogna combattere la legalità anche nei piccoli gesti - suggerisce il ministro dell’Interno -. Dall’indossare il casco in motorino al non bere se ci si deve mettere alla guida, attenzioni che migliorano la nostra coscienza civica. Noi siamo convinti di quanto la forza della legalità possa prevalere su tutto». E osservando i volti dei ragazzi mentre uscivano dal Teatrino di via Sacco, la sensazione è che la medesima convinzione ce l’abbiano anche loro.