Varese, 29 aprile 2010- Allarme per il dissesto idrogeologico in provincia di Varese. Frane, smottamenti ed esondazioni di fiumi sono purtroppo episodi frequenti nel Varesotto, soprattutto dopo piogge abbondanti. La conferma arriva dal professor Salvatore Furia, direttore del Centro geofisico prealpino di Varese. «Quando ci sono precipitazioni consistenti in cui si superano i 60/70 millimetri c’è il rischio che si formi un accumulo di acqua e che possano esserci dei distacchi di terreno se, dopo un paio di giorni di bel tempo, dovesse ricominciare a piovere». Sono soprattutto le alte valli del Luinese, a ridosso di fiumi e laghi, ad essere più a rischio. «Tuttavia – continua il professor Furia – tutte le zone in cui c’è stato un disboscamento senza nuove piantumazioni possono essere interessate da questi fenomeni.

 

Provincia di Varese, Comuni ed enti competenti hanno effettuato diversi studi in materia, identificando le aree più a rischio ed effettuando una corretta pianificazione del territorio. A questo punto non bisogna andare a costruire dove c’è pericolo». Per il direttore del Centro geofisico prealpino la parola d’ordine è prevenzione. «Ogni volta che si verificano distacchi anche superficiali occorre intervenire con la massima tempestività». Purtroppo, in questi anni, tra frane ed esondazioni, la provincia di Varese è stata colpita duramente. A cominciare dal fiume Olona che, prima della costruzione della diga in località Mulini di Gurone, più volte è straripato. Per anni i cittadini hanno infatti dovuto fare i conti con la paura ogni volta che il maltempo era alle porte. La storia delle piene del fiume riporta fatti drammatici.

 

Nella memoria dei più anziani è ancora viva l’esondazione del 1951 che allagò abitazioni e fabbriche, spazzò via ponti e strade. Nel 1976 l’Olona tornò a far paura, provocando danni ingenti tanto che furono spesi 56 miliardi di vecchie lire per la ricostruzione. Più recentemente, vi furono i disastri del 2000 e del 2001. Ma a creare problemi c’è anche il torrente Vellone che attraversa Varese. In meno di vent’anni ci sono state 3 esondazioni, l’ultima è avvenuta nel luglio di un anno fa. Senza dimenticare frane e smottamenti soprattutto nel Nord del Varesotto. Da Veddasca a Induno Olona, da Germignaga a Castelveccana. La conferma che il Varesotto è un territorio ad alto rischio idrogeologico arriva anche da Legambiente. In Lombardia sono oltre 900 i comuni a rischio individuati dal ministero dell’Ambiente e dall’Unione delle Province Italiane, ben oltre la metà del totale (di cui 231 a rischio frana, 435 a rischio alluvione e 248 a rischio sia di frane che di alluvioni).

 

Varese è la prima tra i capoluoghi di provincia lombardi nella classifica 2009 dell’«Ecosistema Rischio», realizzata da Legambiente. In prima linea ogni qualvolta si verificano frane ed esondazioni, oltre alle forze dell’ordine e alle autorità competenti, ci sono sempre i volontari della protezione civile. Lo sa bene l’onorevole varesino Giuseppe Zamberletti, il «padre» della Protezione civile. «Non essendo il Varesotto – spiega - un territorio soggetto a fenomeni sismici, bisogna concentrare l’attenzione proprio sui rischi legati al dissesto idrogeologico. L’attenzione è alta». E così, recentemente, a Villa Recalcati, proprio alla presenza dell’onorevole Zamberletti è stato realizzato un vero e proprio quartier generale per le emergenze: una sala operativa unificata, realizzata da Provincia di Varese e dalla Prefettura, per gestire al meglio tutte le situazioni di rischio, cominciando proprio da frane ed esondazioni.