Varese, 3 febbraio 2010- Torna la festa dell’olio di Sant’Imerio. L’appuntamento è per domenica nel rione varesino di Bosto per la benedizione, alle 10.45, delle oltre 500 bottiglie di olio «made in Vares» che saranno poi vendute a scopo benefico. Il ricavato della vendita andrà in Zambia, a Mazzabuka per l’esattezza. In quella regione, dove fame e povertà continuano a mietere vittime, il varesino monsignor Emilio Patriarca, vescovo della diocesi di Monze, sta costruendo un orfanotrofio. Alle 11 sarà invece celebrata la messa alla presenza di don Mario Papa, nato nel rione di Bosto dove ha celebrato la sua prima funzione religiosa da sacerdote novello il 24 aprile 1960, e missionario dal 1980 al 1994 nella diocesi di Monze, proprio dove si sta realizzando l’orfanotrofio.

 

La storia dell’olio di Sant’Imerio, conosciuta ormai anche fuori provincia, è cominciata cinque anni fa su iniziativa di don Pietro Giola, 77 anni, parroco di Bosto. «Stavo guardando – racconta il sacerdote - la pianta di olivo che si trova davanti alla chiesetta del rione e, dopo aver riflettuto a lungo su come utilizzare quel prezioso raccolto mi è venuta un’idea: produrre dell’olio a scopo benefico invitando tutti i varesini che avevano degli olivi nei propri giardini a non buttare il raccolto, ma a consegnarmelo». Il meccanismo si è subito messo in moto coinvolgendo, ogni anno, sempre più persone. A settembre sono infatti tantissimi i varesini che portano cesti stracolmi di olive al parroco di Bosto che si occupa personalmente di portare il prezioso carico all’antico frantoio di Lenno, in provincia di Como, per ricavarne tante bottiglie di olio da vendere a scopo benefico in occasione proprio della festa di Sant’Imerio. «Un progetto – spiega don Giola – che deve continuare nel tempo perché permettere di regalare un sorriso a chi è meno fortunato di noi». Una bella iniziativa dal duplice aspetto: da un lato aiutare le persone più bisognose, dall’altro valorizzare l’economia varesina e i suoi prodotti considerando che, in questi ultimi tempi, le piante di olivo nel Varesotto sono sempre più numerose.

 

Quest'anno il ricavato della vendita dell’olio di Sant’Imerio andrà dunque in Zambia. L’anno prima è servito per la costruzione di un asilo nido nel quartiere varesino di Bosto, nel 2007 per creare un pozzo per l’acqua in Etiopia, nel 2006 per realizzare un orfanotrofio in Uganda. Nel 2005 i fondi sono invece stati consegnati ai pescatori del villaggio di Vijayawada (nell’India del Sud) distrutto dalla furia dello Tsunami. Intanto, proprio per valorizzare il prodotto è nata anche l’associazione dei «Produttori di olio di lago varesino di Sant’Imerio» fondata da diversi coltivatori, tra i quali Enrico Marocchi, Emilio Marocco, Roberto Minazzi, Carlo Marcellini e Guglielmo Sgarlata. Obiettivo: promuovere la coltivazione dell’ulivo in provincia di Varese e tutelare la tipicità dell’olio di Sant’Imerio. L’Associazione ha già presentato la domanda di adesione al consorzio «Varese da Gustare». Se verrà accettata, anche l’olio di Sant’Imerio entrerà a far parte dei prodotti tipici varesini che il consorzio sta promuovendo anche al di fuori dei confini locali.