Caso Uva, i legali dei familiari chiedono la condanna di carabinieri e poliziotti

Proposti anche risarcimenti per le parti civili

Giuseppe Uva

Giuseppe Uva

Varese, 5 febbraio 2016 - La condanna di due carabinieri e sei poliziotti e un risarcimento, da quantificare in sede civile, per i familiari di Giuseppe Uva, l'operaio morto nel giugno del 2008 all'ospedale di Circolo di Varese dopo aver trascorso parte della notte nella caserma di via Saffi. E' la richiesta avanzata dai legali delle parti civili nell'udienza del processo davanti alla Corte d'Assise di Varese che vede militari e agenti imputati per omicidio preterintenzionale e altri reati.

Secondo gli avvocati dei parenti di Uva, quindi, i carabinieri che bloccarono l'operaio ubriaco per strada e lo portarono in caserma e i poliziotti che intervennero in loro supporto sono responsabili della sua morte, provocata anche dalle "violenze" subite. Sono stati chiesti risarcimenti da quantificare in sede civile per tutti i familiari. Ad eccezione della sorella, Lucia, per la quale l'avvocato Fabio Ambrosetti ha chiesto un risarcimento "simbolico" di quattro euro: un euro per ogni capo d'imputazione. Il procuratore di Varese Daniela Borgonovo aveva proposto l'assoluzione, non riscontrando "comportamenti che abbiano un rilievo penale" da parte delle forze dell'ordine. Il 12 febbraio prenderanno la parola i difensori.