Accam fra stop e "promozione": in arrivo immondizia da tutta Italia

Comitati uniti contro la riclassificazione dell'impianto bustocco: "Rispettare la scelta di chiusura fatta dai sindaci"

L’impianto di Borsano

L’impianto di Borsano

Busto Arsizio (Varese), 29 luglio 2015 - Un brutto colpo per i comitati che si sono battuti a lungo con l’obiettivo di dismettere l’inceneritore di Borsano. A marzo di quest’anno avevano incassato un risultato definito storico, cioè la decisione della maggioranza dei Comuni soci di Accam di avviare al pensionamento l’impianto di via Arconate e di puntare sulla fabbrica di materiali. Adesso arriva la doccia fredda: la riclassificazione dell’impianto con la qualifica "R1", cioè impianto di incenerimento con recupero energetico. Questo passo, al contrario di quanto stabilito dall’assemblea dei sindaci, ne prolungherebbe l’attività, incrementando anche la quantità di rifiuti da smaltire, che potrebbero arrivare da tutta Italia.

"È inaccettabile quanto sta accadendo - dice Adriano Landoni, portavoce del Comitato ecologico inceneritore e ambiente, tra i gruppi attivi da anni nel territorio nella battaglia contro l’inceneritore -. È una beffa bella e buona. Da una parte i proprietari dell’impianto, cioè i sindaci dei Comuni soci (sono 27 tra Varesotto e Alto Milanese, ndr), che a marzo hanno deciso lo stop dell’impianto per avviare un percorso di smaltimento più rispettoso dell’ambiente e meno inquinante, accantonando il progetto del revamping; dall’altra, senza che loro ne fossero a conoscenza, per l’inceneritore di via Arconate era già stato avviato l’iter per ottenerne la riclassificazione. Siamo sconcertati: questo 'gioco di prestigio' burocratico è inaccettabile. Noi ribadiamo la necessità che l’impianto non prolunghi la sua attività, ma anzi chiuda entro due o tre anni al massimo. Chiederemo al neopresidente Emilio Cremona e al nuovo Consiglio d’amministrazione chiarimenti sulla vicenda e l'immediato impegno a rispettare la decisione della maggioranza dei soci".

Un appello arriva da tutti i comitati e le associazioni che hanno condiviso la battaglia contro l’inceneritore, una ventina di sigle. "Ci appelliamo ai sindaci - scrivono - affinché svolgano tutti i controlli e le azioni in loro potere per evitare beffa e danno per i cittadini di Busto Arsizio e dell’Alto Milanese. Ci appelliamo pure all’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Terzi, chiedendole un incontro chiarificatore su quale sia la strategia della Regione". Comitati e associazioni sono pronti a una nuova mobilitazione. "La tutela della salute e dell’ambiente prima di tutto - ribadisce Landoni, portavoce del Comitato di Borsano -. Noi siamo pronti a dare battaglia: l’inceneritore di via Arconate, vecchio e inquinante, va spento al più presto. La sua attività non deve essere prolungata solo per le ragioni economiche di qualcuno. Prima del business c’è la salute dei cittadini".