Unioni civili, avanti tra mille distinguo: Comuni nel caos in attesa

Fatta la legge, però, non tutto è risolto. Resistenze ideologiche, ma non solo

Unioni civili, famiglie arcobaleno (Ansa)

Unioni civili, famiglie arcobaleno (Ansa)

La svolta è arrivata una settimana fa. Sabato 23 luglio il Governo ha firmato il decreto sulle unioni civili diventate legge l’11 maggio scorso (legge Cirinnà, dal nome della senatrice promotrice). L’ok del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è arrivato dopo il parere positivo del Consiglio di Stato: con un decreto ponte, il premier ha aperto ufficialmente l’era delle unioni civili anche tra persone dello stesso sesso, in attesa che entro il 5 dicembre siano resi noti i decreti attuativi definitivi. Per quella data i Comuni dovranno dotarsi di un nuovo albo per trascrivere le unioni.  Le prime cerimonie saranno celebrate tra una decina di giorni, dopo che il decreto ponte del Governo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Solo da allora sarà possibile trascrivere le unioni, anche se in casi straordinari (lo è il pericolo di vita di una delle due parti) si potrà giocare d’anticipo come accaduto mercoledì nel Comune di Milano. 

Milano, 30 luglio 2016 - Il vento delle unioni civili soffia forte sui Comuni lombardi. Fatta la legge, però, non tutto è risolto. Resistenze ideologiche, ma non solo. A preoccupare gli uffici sono anche questioni organizzative. Monza si dice «pronta». Eppure l’assessore agli Affari generali, Rosario Montalbano, non manca di porre l’accento sull’assenza di «indicazioni operative, come la formula che dovrà essere pronunciata per celebrare le unioni civili. Abbiamo iniziato a prepararci ordinando i nuovi registri e predisponendo con il personale le procedure che dovranno essere seguite». Se finora era stata la maggiore sensibilità di un’Amministrazione a istituire registri dal valore poco più che simbolico, nei prossimi mesi non ci saranno colore né partito che potranno opporsi a un diritto riconosciuto dalla legge. Servirà un albo ufficiale dove registrare le coppie eterosessuali e omosessuali che chiederanno di sancire ufficialmente il loro legame. In attesa che il decreto attuativo del Governo entri in vigore (accadrà prima di Ferragosto), i Comuni si stanno muovendo senza un’unica regia. «Non sappiamo come formulare gli atti», dichiarano all’Ufficio Anagrafe di Lodi, dove il registro istituito nel 2014 è rimasto vuoto. «Non si procede al riconoscimento e all’iscrizione di unioni civili secondo la nuova legge sino alla istituzione del nuovo registro, salvo riservarsi di valutare i motivi di urgenza di eventuali domande», fanno sapere da Palazzo Broletto. Nessuno per ora si è prenotato, a differenza di Crema dove in sei hanno già chiesto l’unione.

Milano ha giocato d’anticipo. E dal 20 luglio ha istituto un centralino attivo con orari da ufficio. Dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17 (dal lunedì al venerdì) il telefono della «Casa dei diritti» squilla e gli operatori annotano le prenotazioni delle coppie: 79 il primo giorno, più di 310 a ieri. Il registro istituito durante l’Amministrazione Pisapia conta 1.111 coppie: una su tre è omosessuale. A Brescia, seconda città della Lombardia, sono 18 le coppie pronte a unirsi nel vincolo dell’unione civile. Ma se il decreto attuativo non dovesse richiederlo esplicitamente, il Comune fisserà dei paletti: niente fascia tricolore né cerimonie e sedi diverse da quelle dei matrimoni civili. Il contrario di quanto avverrà a Braone, il primo dei Comuni bresciani ad aver approvato il regolamento per la celebrazione delle unioni civili. Le coppie dello stesso sesso potranno godere delle condizioni dei matrimoni civili, con costi dai 10 ai 60 euro a seconda della location scelta. Già quattro le richieste di coppie omosessuali residenti fuori Regione.

Qualche resistenza si registra ancora nel Comasco dove l’esercito dei sindaci della Lega distribuito tra Alto Lago, Canturino e Olgiatese ha annunciato battaglia. Aperture da Como, Cantù e Mariano Comense. A Lecco le unioni registrate sono 12 (due quelle tra persone dello stesso sesso). A Varese, invece, due coppie hanno già bussato negli uffici comunali per celebrare la loro unione. Un registro ancora non c’è nell’ex feudo leghista ma - assicura la nuova Amministrazione di centrosinistra - verrà istituito a breve. C’è invece a Legnano dove si contano 14 coppie (tre omosessuali) e a Sondrio. In Valtellina è stato adottato dal Consiglio comunale nel novembre 2013. Da allora le coppie iscritte sono due. Nessuno, dal 23 luglio, ha chiesto di ufficializzare la propria unione.